Arezzo, 22 gennaio 2011 - Un gioco di scatole cinesi per «depauperare» la Sirio Ecologica e, alla fine, anche la società ‘gemella’, la Compagnia per l’Ambiente. E dietro, l’ombra, di una consorteria criminale. Quella che tre anni fa diede mandato di eliminare l’ex collaboratore di giustizia Salvatore Conte, ucciso e sotterrato in una zona impervia di Gubbio. L’uomo che aveva «tradito».

 

L’operazione che ieri ha portato agli arresti 9 persone tra amministratori e sindaci parte dall’inchiesta sulla banda di ex collaboratori di giustizia e arriva ai fallimenti dichiarati dal tribunale di Perugia delle due società impegnate nello smaltimento di rifiuti speciali. Crac da 20 milioni di euro per la Sirio e da 6 milioni e mezzo per la ‘Compagnia’.  Ieri mattina gli agenti dello Sco della squadra mobile, diretta da Marco Chicchiera, hanno fatto scattare le manette (in esecuzione delle ordinanze emesse dal giudice Claudia Matteini) nei confronti di Claudio Rocchini 50 anni, originario di Sondrio ma residente a Castiglione del Lago, la «testa di legno» del gruppo di Salvatore Menzo, socio accomandatario della Compagnia per l’Ambiente, di Valentino Pierotti 53 anni di Gubbio, consigliere di amministrazione di Compagnia per l’Ambiente e Amministratore di fatto, nonché presidente del Cda della Sirio, di Luigino Silvestrucci 44 anni, nato in Francia ma residente a Gubbio, presidente del cda di Compagnia per l’Ambiente e amministratore di fatto, nonché consigliere della Sirio, Antonio Bei 56 anni di Gubbio, consigliere di amministrazione di Compagnia per l’Ambiente e della Sirio, nonché Presidente del Cda della E.R.P., Flaminio Flamini 61 anni di Perugia, consigliere della Sirio e amministratore di fatto di Compagnia per l’Ambiente.

 

Agli arresti domiciliari sono finiti invece Stefano Capaccioli 41 anni, nato a Siena ma residente ad Arezzo, noto commercialista con studio in centro, presidente del Collegio Sindacale di Compagnia per l’Ambiente, e della Sirio e i sindaci di entrambe le società, Paolo Rocchi 51 anni di Gubbio, Franco Giacometti 51 anni di Gubbio e Mariano Spigarelli 52 anni di Carbonia ma residente sempre a Gubbio.  Le accuse contestate a vario titolo nell’ambito dell’inchiesta della procura della Repubblica, coordinata dal pubblico ministero Manuela Comodi sono di bancarotta fraudolenta e bancarotta preferenziale.

 

L’ipotesi investigativa, supportata dalla consulenza della dottoressa Daniela Saitta de «La Sapienza» di Roma è che la Sirio, in particolare, abbia fatto da ‘banca’ alla collegata e che gli amministratori e i soci — con il benestare dei sindaci — abbiano distratto beni per svariati milioni di euro. Sia garantendo fidejusssioni (la Sirio nei confronti della Compagnia), sia coprendo debiti, sia facendo sparire beni immobili come le merci dai magazzini. 

 

«Dal materiale probatorio acquisito emergono una serie di operazioni reciproche — scrive il gip motivando i gravi indizi di colpevolezza — poste in essere tra la Compagnia dell’Ambiente , società controllata dalla Sirio Ecologica, e quest’ultima che nel tempo hanno avuto la finalità di svuotare i patrimoni societari delle stesse ; operazioni che si sono ripetute nel tempo ed anche in epoche abbastanza lontane dalle dichiarazioni dei rispettivi fallimenti, circostanza che denota come la stessa attività imprenditoriale delle società fosse improntata non tanto a principi di economicità bensì a finalità del tutto estranee». Nei dieci capi di imputazione contestati emergono svariati episodi. A cominciare dalla fidejuissione concessa da Sirio per la Compagnia per l’ambiente di 4,7 milioni di euro che «aggravavano» il dissesto finanziario .