Arezzo, 28 settembre 2010 - Impugna le forbici il Nipotissimo e taglia i rami che a suo giudizio sono tagliabili. «Non ho un centesimo per aiutare un malato di Alzheimer, e allora come posso spendere per un concerto o un’opera in teatro»? Avete già capito dove va a parare Giuseppe Fanfani, sindaco di Arezzo. Con un colpo di spugna cancella di colo tutti i contributi che l’amministrazione comunale avrebbe dovuto stanziare per l’anno prossimo. Insomma, sarà una strage. Salterà con ogni probabilità, ad esempio, l’evento più oneroso dell’anno, ovvero il Play Art che con il cartellone di rockstar teneva in piedi il cartellone di luglio. Salterà il cartellone teatrale a meno di interventi di sponsorizzazione o di ripensamenti dell’ultim’ora. Salteranno, uno dopo l’altro, tutti i finanziamenti ai festival e alle iniziative che si susseguono nell’arco dei dodici mesi, «Circù» piuttosto dell’«Estate Aretina».

 

«Ma io non dico — spiega il sindaco — che ad Arezzo non si farà più niente. Dico che il Comune non tirerà fuori neanche un euro per contribuire all’organizzazione degli eventi». Insomma, chi intende organizzarli, se li organizzi da solo, pensando alla copertura totale delle spese. «Il Comune — aggiunge Fanfani — è invece disponibile a venire incontro a ogni altro tipo di esigenza. Noi possiamo mettere in campo le sedi dove ospitare le manifestazioni: il Prato, come piazza Grande o il palazzetto dello Sport, o l’Anfiteatro che è un magnifico scenario nel cuore della città bassa. Oltre non possiamo andare». La svolta, improvvisa e inaspettata, è arrivata nel corso di un incontro in Comune nel quale il sindaco ha presentato il piano di aiuti per le categorie in difficoltà, a cominciare dagli anziani. Nascosto in due parole, lo stop ai finanziamenti per le attività musicali, di spettacolo e di cultura, non mancherà di avere riflessi importanti sulla qualità della vita in città, di cui l’offerta culturale è parte integrante. C’è da augurarsi semmai che scatti una surroga da parte del privato, per non ritrovarsi in una situazione davvero avvilente.

 

D’altra parte è anche vero che di soldi non ce ne sono più, che i trasferimenti dallo Stato sono sempre meno e che il patto di stabilità ingessa ancor più la macchina amministrativa impedendo di spendere pure quello che si ha in cassa. Così le cesoie si sono abbattute su spese considerate superflue o comunque che non vanno a incidere nel vivo dell’assetto sociale. Fanfani spiega che il Comune di Arezzo potrà contare su quattro milioni in meno nel 2011 e addirittura su sette milioni nel 2012. Aggiunge che a questo punto lui non può che investire la gran parte della cifra a sua disposizione nelle politiche sociali, risparmiando su alcune voci e altre sopprimendole tout court. «Non posso fare altrimenti — conclude — anche se ho la morte nel cuore».

 

Una scelta comunque carica di effetti: l’impoverimento culturale della città e il taglio dell’ossigeno a tanti giovani che attraverso lo spettacolo e la musica stavano mettendo in piedi svariate esperienze. Il Play Art, naturalmente, resta la vittima più illustre a meno che Giovanni Tafuro, l’organizzatore, non estragga un coniglio dal cilindro e trovi soluzioni alternative attraverso sponsorizzazioni private. Vedremo fra pochi mesi, non resta che aspettare.
Sono in ogni caso salve le celebrazioni vasariane: «Sono già finanziate — spiega Fanfani — e le spese iscritte nel bilancio 2010»