Arezzo, 24 settembre 2010 - Preoccupato e sinceramente addolorato. Vittorio Sgarbi, critico d’arte e politico sotto scorta, racconta come ha vissuto l’incidente costato caro al giovane finanziere.

Si è accorto di nulla?
«Non abbiamo avuto contezza del momento in cui è avvenuto l’incidente. L’auto nella quale viaggiavo procedeva davanti, dietro avevamo la scorta. E in autostrada, di notte, non è che hai la possibilità di capire cosa stia succedendo alle tue spalle».

E quindi per lei era tutto regolare...
«No, ho presto capito che qualcosa non andava. Insomma, ci siamo accorti che l’auto alle nostre spalle era sparita».

A quel punto cosa avete deciso di fare?
«Non potevamo fare nulla se non proseguire il viaggio. Non avevamo idea di cosa fosse succsso, di dove l’auto si fosse fermata. E non è che in A1 si possa invertire la marcia e tornare indietro».

Quando avete saputo?
«All’arrivo a Roma, ma solo in modo frammentario. Il quadro della situazione è apparso chiaro al mattino».

Da dove tornava?
«Da Firenze. Avevo presenziato all’inaugurazione della mostra del Bronzino. Di solito, in queste occasioni, mi trattengo per la notte ma stavolta dovevo partire. Così dopo mezzanotte sono venuto via e ho ripreso l’autostrada».

E’ sempre scortato?
«Sempre».

Conosce il giovane finanziere rimasto gravemente ferito?
«Non posso dire di conoscerlo, ma era un volto noto, mi aveva accompagnato in occasione di altre scorte. Sono in pena per lui, mi dicono che è molto grave e spero con tutto il cuore che possa farcela».

Come mai è sotto scorta?
«Perché mi sono arrivate negli ultimi tempi numerose minacce di morte. L’ultima lettera minatoria mi è stata recapitata poco più di una settimana fa, c’era scritto che mi avrebbero ucciso venerdì 17 settembre».

Da chi arrivano queste minacce?
«Sono sicuro che sono legate alla mia battaglia contro le pale eoliche. Io sono il nemico numero uno dell’eolico, un business inimmaginabile che in questo momento costituisce il vero affare della mafia in Sicilia. Non a caso alcuni giorni fa è stato sequestrato un ingente patrimonio dopo indagini appunto legate all’eolico».

Lei è sindaco di Salemi...
«Appunto, e la mia battaglia è un’aggravante. Insomma, sono sotto tiro e giustamente il ministero ha ritenuto di dovermi assegnare una scorta. Ma tutto ciò non ha proprio nulla a che vedere con l’incidente. Quel ragazzo ha avuto la sola sfortuna di trovarsi lì in quel momento. Sarebbe potuto capitare a chiunque. Ma ora conta soltanto che i medici di Siena riescano a salvarlo».