Arezzo, 28 maggio 2010 - E’ l’hi tech la ricetta che aiuterà a vincere la crisi, affermano gli economisti. Ma ora ben altro, si affaccia all’orizzonte. La rivoluzione nucleare ha un nome e un indirizzo, si chiama Tratos e nasce a Pieve Santo Stefano, la cittadina, che si inerpica in mezzo all’Appennino e dette i natali ad Amintore Fanfani. Grandi cose, quelle che stanno per sbocciare sotto il segno dell’Aretinità più schietta, un avvenimento, quello che vede protagonista l’azienda, destinato ad entrare nella "storia" dell’industria locale e tratteggiare una svolta che può condurre lontano, nel campo delle tecnologie più innovative. E’ la dimostrazione, senza ombra di dubbio, come da queste parti oltre ai gioielli, al buon vino e ai bla bla inconcludenti, possano nascere iniziative di valore internazionale. Arezzo ha messo giacca e pantaloni a mezza Italia al tempo della Lebole, ma ora è pronta, in barba alle nubi che si addensano nell’economia, a spiccare il volo in altre direzioni.

 

La Tratos, l’azienda guidata da Albano Bragagni, ex presidente dell’associazione industriali e sindaco per decenni del Comune, ha vinto la gara mondiale, a cui hanno partecipato i più grandi gruppi mondiali, una gara che ha avuto per posta la realizzazione della prima centrale nucleare di Cadarache, nel meridione della Francia. Lo ha fatto imparentandosi con Enea e con una società torinese, la Cristel, e dando vita ad un consorzio che ha sbaragliato competitori provenienti dai cinque continenti, una competizione senza esclusione di colpi, a cui hanno partecipato grandi gruppi e grandi società, che sbandieravano famosi pedigree. Sia chiaro, le tre aziende non costruiscono l’intera centrale, ma mettono la firma nella parte più sofisticata dei meccanismi, che generano energia. "La Tratos — afferma Albano Bragagni — è impegnata nella realizzazione dei superconduttori, che sono il cuore dei campi magnetici, destinati a portare la temperatura interna della centrale a milioni di gradi".

 

Il presidente Bragagni si dilunga per illustrare i sofisticati congegni che fanno parte del progetto, elenca materiali, accorgimenti, tecnologie che fanno prendere forma all’impianto e illustra le soluzioni adottate per il cablaggio dei cavi. Sembra che parli arabo e invece si confronta con il futuro prossimo del nostro Paese. "Le centrali a fusione nucleare sono di nuova generazione e quella che sorgerà a Cadarache è la prima costruita in Francia — prosegue Bragagni — Rispetto alla produzione di energia attraverso la fissione presentano enormi vantaggi, hanno un basso, molto basso, impatto ambientale, sono certamente più sicure e meno costose". Non è la prima volta che la Tratos entra vittoriosa nei mercati di mezzo mondo e sbaraglia i suoi concorrenti, una parte della produzione di cavi e fibre ottiche, infatti, è destinata all’estero. Recentemente è stata collocata fra le 30 aziende più virtuose del settore elettrico-elettronico, grazie ad fatturato che supera i 105 milioni di euro.