"Amore malato", studenti in scena al Campus del Pionta

La pièce degli studenti del Colonna con la regia di Mina Kovacevich

Amina Kovacevich

Amina Kovacevich

Arezzo, 19 maggio 2017 - Si intitola “Amore malato” ed è lo spettacolo che gli studenti della seconda E a indirizzo teatrale del Liceo “Colonna” di Arezzo metteranno in scena martedì 23 maggio al Pionta, nel teatro del Dipartimento dell’Università di Siena (viale Cittadini, alle 10,15 ). Un testo scritto da loro, per la regia di Amina Kovacevich, che vuole offrire l’occasione per un confronto con gli studenti universitari sulle questioni di genere, della violenza sulle donne e del femminicidio. «Nell’incontro che seguirà lo spettacolo, dal titolo “Chi apprende da chi” – spiega dice la direttrice del Dipartimento universitario, Loretta Fabbri –, studentesse e studenti universitari e liceali metteranno in comune esperienze diverse: quella teatrale che verrà presentata, quelle di ricerca svolte dalle studentesse universitarie sul rapporto tra genere e professioni e altri saperi, con l’obiettivo di riflettere e costruire un’identità più forte e consapevole». All’incontro parteciperanno anche alcune docenti e ricercatrici del Dipartimento universitario impegnate sui temi di genere, tra cui Patrizia Gabrielli, Francesca Bianchi, Silvia Calamai e Alessandra Romano. Alcune storie di donne vittime di violenza saranno presentate con delicatezza, a tratti velata di un’ironia sarcastica, dagli studenti del Liceo Colonna che saliranno sul palco: Nico Bardelli, Alessandro Bindi, Sonia Eremitaggio, Laura Fabbri, Angela Liberatori, Niccolò Parnetti, Isobel Raiola, Chiara Vestrucci. «Sono stati gli studenti a proporre il tema femminicidio – spiega la professoressa Chiara Meozzi, coordinatrice delle classi dell’indirizzo teatrale del Liceo Colonna - con l’intenzione di contribuire alla diffusione di una cultura di rispetto della donna, perché le donne vittime di violenza possano prendere coscienza dei propri diritti e trovino il coraggio di liberarsi dai loro oppressori, senza più avere vergogna di farsi aiutare».