Usl, siamo quasi al de profundis: verso l'addio all'azienda, anche sulla sanità è Siena "mangiatutto". Solo garanzie sui servizi

L'assessore regionale incontra i sindaci e i giochi sembrano fatti. La rabbia di alcuni sindaci, l'assessore Caremani guida la protesta.

Luigi Marroni a lPronto Soccorso

Luigi Marroni a lPronto Soccorso

Arezzo, 309 gennaio 2015 - De profundis sulla Asl? Sembra la lettura più credibile tra le pieghe dell'incontro avvenuto tra l'assessore alla sanità Luigi Marroni e i sindaci della provincia. «Non lo ha detto ufficialmente ma è come se lo avesse fatto»: pochi dubbi per Riccardo La Ferla, primo cittadino di Anghiari che ieri ha partecipato alla conferenza dei sindaci: e La Ferla, che è esponente del Pd e membro della squadra di Vasai, non è certo sospetto di malumore politico nei confronti della giunta regionale. Luigi Marroni ha confermato punto su punto i contenuti della riforma della sanità toscana. «Rassicurazioni tante - chiosa La Ferla - a cominciare dalle garanzie sulla sopravvivenza degli ospedali di vallata. Ma nella sostanza è chiaro che la sede della nuova Asl è già aggiudicata». Il sindaco spiega anche perché: «Marroni si è dilungato su quanto sia importante la presenza in area vasta di un’azienda ospedaliera, punto di riferimento anche per le Asl. Io, e non soltanto io, ho fatto due più due e ho capito che non c’è spazio per un’individuazione della sede ad Arezzo o altrove. E’ Siena che fa primiera». Città e provincia stanno dunque per perdere un altro centro direzionale mentre sfumano sempre di più le speranze di una divisione delle competenze in area vasta: da una parte l’azienda ospedaliera, dall’altra azienda sanitaria. Il disegno del governatore Rossi, d’altra parte, è chiaro da tempo: nella Toscana del Sud la capitale ha da essere Siena.  Né può tranquillizzare la promessa di Marroni, «le (future) ex Asl non verranno abbandonate e saranno mantenuti i servizi»: come dire la titolarità ve la togliamo ma non preoccupatevi perché ci pensiamo noi a mantenere i livelli di qualità. 

E vediamo i dettagli del confronto. Conferma delle scelte, rassicurazioni sull’impatto che avranno sui cittadini. L’assessore regionale alla salute, Luigi Marroni, ha confermato la strategia della Giunta Regionale: macroaree (in questo caso Arezzo, Siena, Grosseto), divisioni territoriali che ricalcheranno le attuali Asl, un governo del sistema che vedrà la presenza sia delle Conferenze territoriali dei Sindaci che quella dell’area vasta, un percorso di confronto che la Regione realizzerà su due binari, quello con i professionisti della sanità e quello con le istituzioni locali. 

Marroni ha rassicurato i Sindaci che le (future) ex Asl “non verranno abbandonate” e che saranno mantenuti i servizi. È allo studio una sorta di loro piano regolatore che individui, a seconda della dimensione dei Comuni, quelli che dovranno essere erogati.Quanto ai confini di vecchie  e nuove Asl, Marroni ha precisato che il tema è noto ma che non verrà affrontato in questa fase: per ora, quindi, rimangono i perimetri tracciati dalle province. Prima del suo intervento nella Sala Rosa del Comune, molti sindaci avevano evidenziato una fitta serie di preoccupazioni: mantenimento dei servizi esistenti, incertezze sui piccoli ospedali, marginalità dei Comuni minori, velocità nell’accorpamento delle Asl e lentezza nel potenziamento dei servizi territoriali, problemi nella definizione dei confini soprattutto in alcune zone come il Valdarno e la Valtiberina.

Nella sua introduzione, l’assessore Marcello Caremani, aveva sottolineato che “la delibera della Giunta regionale pone, tra le altre, tre questioni fondamentali: la qualità e la quantità dei servizi sanitari erogati ai cittadini; la distribuzione sul territorio regionale delle eccellenze in tema di tutela della salute; la logica politica e amministrativa che presiede alle scelte della Regione in materia di servizi pubblici (quindi non solo sanità ma anche acqua, energia, ambiente). Le logiche di razionalizzazione e risparmio sono naturalmente condivisibili ma non possono mettere in discussione i principi essenziali che hanno finora guidato il Servizio Sanitario Nazionale”.

Caremani si è soffermato sui servizi  chierendo che "Gli ospedali e  i servizi territoriali non  possono fare passi indietro", sulla distribuzione territoriale “non condividiamo l’identificazione luogo di eccellenza, sede universitaria e Arezzo non può accettare una marginalizzazione reale, provocata dalla perdita di professionalità importanti che sono punti di riferimento dei cittadini" e infine sulla localizzazione delle direzioni delle aziende che erogano servizi pubblici, quindi non solo Asl, “Arezzo, in questo contesto, è stata sufficientemente penalizzata ed è necessaria, da parte della Regione Toscana, una politica di riequilibrio territoriale che salvaguardi il ruolo e la dignità di ogni singola realtà territoriale”.

Sul rapporto tra ospedali e territori si è soffermato, in modo particolare, il direttore generale della Asl 8, Enrico Desideri: “i distretti contano più degli ospedali. L’80% delle risorse viene destinato alle cure della cronicità, alla disabilità, ai servizi socio-assistenziali. In questo senso Arezzo è un laboratorio nazionale: le attività che abbiamo spostato sul territorio hanno consentito di ridurre e di molto l’uso inappropriato dell’ospedale”. E ha sottolineato due ruoli fondamentali dei sindaci: contribuire alla pianificazione strategica e alla programmazione operativa; verificare l’attuazione e la concretizzazione di quanto deciso”.

Sia Desideri che Marroni hanno evidenziato come la Toscana sia prima in ogni classifica nazionale relativa agli indicatori di salute e sanità: quindi un ottimo punto di partenza con l’ammissione che c’è ancora molto da fare.