Giovedì 18 Aprile 2024

Colpo a Rondine: stangata per gli imputati

Erano entrati in casa del titolare della Silo di Castiglion Fibocchi, legati moglie e figli per poi scappare con il bottino

Un'auto dei carabinieri

Un'auto dei carabinieri

Sono arrivate le condanne per la banda che nella notte del 15 gennaio ha tenuto in ostaggio e sotto minaccia una famiglia residente a Rondine.

Un piano ben organizzato: nella notte tre uomini, coperti da un passamontagna e armati di due pistole e di un manganello, attendevano il rientro a casa dell’imprenditore Luca Scortecci, proprietario della ditta orafa “SILO” e, dopo averlo minacciato, erano entrati con lui nell’abitazione dove erano presenti la moglie e i due figli. I malviventi avevano costretto la vittima ad aprire la cassaforte, portandogli via gioielli in oro ed orologi di pregio.  Al termine della ricerca della seconda cassaforte, i tre malfattori, dopo aver immobilizzato gli occupanti dell’abitazione con del nastro adesivo alle mani e ai piedi, si erano allontanati per la campagna circostante, dove  li attendeva un palo.Le immediate indagini avevano permesso dopo pochi giorni, ai Carabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia di Arezzo, di trarre in arresto per ricettazione un italiano pregiudicato, poiché aveva ceduto ad un esercizio di “Compro Oro”la maggior parte dei gioielli, provento della rapina. La refurtiva, riconosciuta integralmente dalle vittime, era stata recuperata ed a loro successivamente restituita.Tale episodio consentiva un’accelerazione dell’indagine. I carabinieri, incrociando i dati in possesso sul conto del ricettatore, risalivano ai contatti tenuti dallo stesso con soggetti provenienti dall’Est-Europa e, avviati accertamenti tecnici su delega della Procura della Repubblica di Arezzo, riuscivano a mettersi sulle tracce dei probabili autori della rapina, che venivano man mano identificati. Il 7 marzo gli arresti ed oggi i tre imputati sono finiti di fronte al gip Ponticelli. Per uno di loro, difeso dall'avvocato Martino Nofri, 4 anni e 8 mesi. Per l'imputato difesto dagli avvocati Detti e Mori richiesto rito abbreviato e 5 anni e 8 mesi. Per l'italiano sono stati rimandati gli atti al pm con l'accusa di ricettazione.