Cauzione dell'acqua, verso un compromesso: riduzione da tre a due mesi, si paga per intero la bolletta di agosto, poi due euro a volta per coprire i 15 giorni residui

E' lo scenario cui si sta lavorando in vista della conferenza dei sindaci di martedì. Ma resta l'incognita Fanfani: è disponibile a fare un passo indietro dopo aver partecipato alla protesta?

Giuseppe Fanfani

Giuseppe Fanfani

proteste abbia partorito il topolino del risultato? Chissà, per ora siamo alle ipotesi, quelle che circolano sul compromesso che potrebbe chiudere il caso delle cauzioni dell’acqua e far da base alla decisione della conferenza dei sindaci convocata per martedì da Fanfani a Palazzo Cavallo. Tutti i sindaci della provincia i cui comuni siano serviti da Nuove Acque (non parte del Valdarno, dunque) cui spetterebbe di sanzionare un progetto di soluzione: i tre mesi della cauzione ridotti a due, con una sola rata, la prima in pagamento in questi giorni, che rimarrebbe per intero. Il resto sarebbe distribuito, a due euro per volta, nelle prossime bollette, fino ad esaurimento. E’ uno scenario che circola insistentemente a livello politico, ma se possa essere la quadratura finale del cerchio è ancora difficile da dirlo. C’è innanzitutto da capire la posizione del sindaco più sindaco di tutti, Fanfani ovviamente, che già da solo, in quanto guida del capoluogo, conta parecchio. E cosa abbia in testa il Nipotissimo, protagonista in prima fila della battaglia per l’abolizione delle cauzioni, per ora non lo sa nessuno. Lui si limita a far sapere che sta rientrando da Vulcano, dove ha trascorso in vacanza lo scorcio finale d’agosto e che alle Eolie ha resettato i problemi politici. Se ne parla col rientro in Comune, da domani. Etuttavia, fonti informali di Palazzo Cavallo, suggeriscono che il Nipotissimo potrebbe porre la riduzione a due mesi come condizione iniziale per cominciare a discutere, non come il risultato definitivo. ALTRI, NEL PD, che è poi il partito egemone su cui più che su ogni altro pesa l’onere della scelta, adombrano un altro scenario, quello del chi ha dato ha dato chi ha avuto ha avuto. In altre parole, gli utenti pagherebbero la prima rata contenuta nelle bollette già arrivate o in arrivo in queste ore e ci si fermerebbe lì, senza ulteriori pretese. Ma Nuove Acque farebbe problemi ad accontentarsi, anche perchè quei soldi le servono per mantenere intatti i parametri di gestione e la liquidità che le banche le richiedono a garanzia dei finanziamenti concessi per gli investimenti. Oltretutto, la società che ormai dal 1999 ha in mano la gestione del servizio idrico, a maggioranza •• 5 PRIMO PIANO CHE LA MONTAGNA delle proteste abbia partorito il topoli- no del risultato? Chissà, per ora siamo alle ipotesi, quelle che cir- colano sul compromesso che po- trebbe chiudere il caso delle cau- zioni dell’acqua e far da base alla decisione della conferenza dei sin- daci convocata per martedì da Fanfani a Palazzo Cavallo. Tutti i sindaci della provincia i cui comu- ni siano serviti da Nuove Acque (non parte del Valdarno, dunque) cui spetterebbe di sanzionare un progetto di soluzione: i tre mesi della cauzione ridotti a due, con una sola rata, la prima in paga- mento in questi giorni, che rimar- rebbe per intero. Il resto sarebbe distribuito, a due euro per volta, nelle prossime bollette, fino ad esaurimento. E’ uno scenario che circola insi- stentemente a livello politico, ma se possa essere la quadratura fina- le del cerchio è ancora difficile da dirlo. C’è innanzitutto da capire la posizione del sindaco più sinda- co di tutti, Fanfani ovviamente, che già da solo, in quanto guida del capoluogo, conta parecchio. E cosa abbia in testa il Nipotissimo, protagonista in prima fila della battaglia per l’abolizione delle cauzioni, per ora non lo sa nessu- no. Lui si limita a far sapere che sta rientrando da Vulcano, dove ha trascorso in vacanza lo scorcio finale d’agosto e che alle Eolie ha resettato i problemi politici. Se ne parla col rientro in Comune, da domani. E tuttavia, fonti informa- li di Palazzo Cavallo, suggerisco- no che il Nipotissimo potrebbe porre la riduzione a due mesi co- me condizione iniziale per comin- ciare a discutere, non come il ri- sultato definitivo. ALTRI, NEL PD, che è poi il partito egemone su cui più che su ogni altro pesa l’onere della scel- ta, adombrano un altro scenario, quello del chi ha dato ha dato chi ha avuto ha avuto. In altre parole, gli utenti pagherebbero la prima rata contenuta nelle bollette già arrivate o in arrivo in queste ore e ci si fermerebbe lì, senza ulteriori pretese. Ma Nuove Acque farebbe problemi ad accontentarsi, anche perchè quei soldi le servono per mantenere intatti i parametri di gestione e la liquidità che le ban- che le richiedono a garanzia dei fi- nanziamenti concessi per gli inve- stimenti. Oltretutto, la società che ormai dal 1999 ha in mano la gestione del servizio idrico, a mag- gioranza pubblica ma in cui il so- cio privato, La Lyonnaise des eaux-Suez, controlla la gestione, sta sborsando, sempre in queste settimane, due milioni e 300 mila euro da restituire a chi ancora non usufruisce della depurazione e ha pagato illegittimamente. Un’iniezione di soldi freschi non fa di sicuro male ai conti dell’azienda. Alcuni dei sindaci sarebbero di- sposti, quindi, a un compromesso all’insegna del meglio che è nemi- co del bene: il mese e mezzo delle bollette di agosto appunto, più la spalmatura sui prossimi mesi, a pochi spiccioli per volta. In termi- ni di principio, sarebbe una scelta che salva capre e cavoli, nel senso che non dà ragione ai nemici del- la cauzione ma consente comun- que di ridurre un po’ gli oneri per l’utente finale. IN FONDO, FANNO notare i fautori di questa soluzione inter- media, gli aretini si confermereb- bero così come quelli che pagano meno sotto forma di cauzione: l’Acquedotto del Fiora, che serve Siena e Grosseto, chiede ancora tre mesi, Publiacqua addirittura sei, anche se probabilmente sarà costretta a ridurre le pretese, all’interno di un quadro più uni- forme a livello regionale. Tutto è in mano comunque alla conferenza di zona dei sindaci di martedì mattina, che è solo il pri- mo atto della procedura. Qualsia- si cosa decidano, infatti, dovrà successivamente essere avallato dall’Autorità Idrica Toscana, del- la quale fanno parte sette sindaci aretini, insieme ai colleghi del re- sto della Regione. La conferenza di zona, che è so- stanzialmente l’equivalente di quello che un tempo era l’Ato dei servizi idrici, ha teoricamente po- teri di scelta quasi illimitati, sia pure nell’ambito del quadro deci- so a livello nazionale dell’Authori- ty di acqua, gas e luce. In via del tutto ipotetica, dunque, i sindaci avrebbero il potere per cancellare la cauzione, che del resto è discre- zionale, nel senso che Nuove Ac- que può e non deve applicarla. In tal caso, la società operativa sareb- be obbligata ad adeguarsi con una propria delibera. Ma è uno scena- rio allo stato attuale difficile da immaginare. A meno che Fanfani non si impunti davvero. Allora si aprirebbero ipotesi per ora impen- sabili. Gira e rigira, si torna sem- pre lì: che faranno il Nipotissimo e i colleghi che contano davvero, quelli dei grandi Comuni?

Salvatore Mannino