Martedì 23 Aprile 2024

Cappietti e Mancini, il processo spostato da Firenze ad Arezzo: si va a grandi passi verso la prescrizione

Accolta l'eccezione presentata dall'avvocato Luca Fanfani: il problema è quello della competenza, che non è della Dda ma territoriale. Ma all'epoca i due potevano essere arrestati. Ecco perchè

Piero Mancini

Piero Mancini

Arezzo, 28 gennaio 2015 - Non ricominciano da tre: ripartono praticamente da zero. Il procedimento nei confronti dell'ex presidente dell'Arezzo Piero Mancini e del nipote Giovanni Cappietti riparte sostanzialmente dalle aste. I due, ricordiamo, erano accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa informatica e all'accesso abusivo di dati. Un'inchiesta condotta dallla Procura di Firenze e dalla direzione distrettuale antimafia, la mitica Dda, rappresentata a suo tempo dai Pm Paolo Canessa, ora procuratore capo a Pistoia, e Giulio Monferini, l'unico rimasto. E proprio su questo anello è intervenuta la richiesta presentata dall'avvocato Luca Fanfani, difensore di Cappietti. Ha contestato infatti che non fosse la Dda quella competente in materia. Il giudice David Monti, in sede di udienza preliminare, ha accolto l'eccezione che era stata presentata sei mesi fa anche dall'avvocato Antonio D'Avirro, che assiste Mancini e alla quale si erano associati gli altri legali: le carte saranno indirizzate alla Procura di Arezzo. E a questo punto dovrà scattare la nuova richiesta di rinvio a giudizio, quindi con udienza preliminare ed eventuale processo. Una vicenda, ricorderete esplosa nel giugno del 2008 portando perfino all'arresto sia di Mancini che di Cappietti, e che a questo punto ha tra i suoi scenari più probabili quello della prescrizione. Il quadro è presto fatto. Quel tipo di reato prevede la prescrizione dopo sette anni e mezzo, che possono diventare dieci in caso di reato transnazionale. L'estensione sarà contestata dallo stesso avvocato Fanfani: ma nei fatti anche quel limite, tra nuovi rinvii a giudizio e le varie fasi processuali, sarà pressoché certamente superato.

Nel mirino era il business delle tefonate premium (quelle a pagamento che passano da numeri come 899, che sarebbe stato gestito da un'organizzazione internazionale a cavallo fra lItalia e la Gran Bretagna. In sostanza, ipotizzavano i Pm con l'avallo del Gip Anna Maria Sacco che aveva firmato le ordinanze di custodia cautelare, le telefonate degli ignari clienti venivano deviate dai provider, fra cui appunto Flynet, verso numeri premium come gli 899 a tariffa maggiorata. ​Si generavano così ricavi illeciti che erano indirizzati verso società di Londra, il principale mercato mondiale, e lì venivano reinvestite. Il sospetto è che in un secondo momento le somme rientrassero in Italia con meccanismi fuori dalla legge. Di qui le accuse di truffa e riciclaggio: accusa di riciclaggio che il Pm Canessa aveva già fatto decadere.

In tutto gli imputati del filone Flynet, stralciato dal processo principale che prosegue a carico di un'altra quindicina di accusati del filone Orange, sono tredici: oltre a Mancini e Cappietti, ci sono gli amministratori di Plug easy, cui venivano trasferiti i numeri concessi dal ministero a Flynet e che poi venivano smistati ai gestori finali, anche loro imputati: quelli che in concreto si occupavano dei numeri premium, che fossero cartomanti, linee a luci rosse o di gioco d'azzardo.

Qualcuno a questo punto si porrà la domanda: ma se la Dda non è più competente, Mancini e Cappietti furono arrestati abusivamente nel giugno 2008? No, perchè allora a loro carico veniva contestata l'aggravante di aver favorito un'associazione mafiosa, il che radicava la competenza presso la direzione distrettuale antimafia e dava dunque ai Pm Canessa e Monferini la possibilità di chiedere l'ordine di custodia cautelare. Quella competenza è caduta quando dopo qualche mese i Pm rinunciarono a contestare l'aggravante mafiosa, ritenendo di non avere gli elementi.

In realtà, la procura antimafia credeva di essere competente anche in base a un altro criterio, la legge del marzo 2008 che le attribuisce la giurisdizione sui reati informatici. Attenzione, però, perchè qui le cose si complicano. C'è infatti una leggina interpretativa del luglio 2008 secondo la quale la nuova competenza vale solo per i reati iscritti appunto dopo il marzo 2008, mentre il fascicolo Mancini & c. era stato iscritto nel 2007. Ecco dunque l'eccezione difensiva che ieri è stata accolta dal Gip Monti.