Candidati alla Regione, bufera nel Pd: strappo di Ferri, "i criteri sono un imbroglio, me ne vado"

L'ex sindaco attacca i vertici del partito. Intanto si profilano i nomi della rosas: ecco chi sono, salgono le quotazioni di Andrea Cutini SU LA NAZIONE DI OGGI

Ivano Ferri con Matteo Renzi

Ivano Ferri con Matteo Renzi

Arezzo, 5 marzo 2015 - Regionali, si accendono i motori. A infiammare i blocchi di partenza  Ivano Ferri, annunciando la sua rinuncia a candidarsi per le regionali. Un je accuse che tira dentro tutta la direzione provinciale del Pd.

 Partiamo dalle sicurezze: l’assessore uscente Vincenzo Ceccarelli e la consigliera Lucia De Robertis. Entrambi torneranno nel listino degli otto. Non dovranno nemmeno raccogliere le firme,e la loro candidatura passerà solo dal vaglio della direzione provinciale. Le rose dovranno rispettare il principio della parità di genere e rispondere a criteri di radicamento territoriale.

Per il Valdarno si parla del renziano Simone Tartaro, ormai quasi certo. Nella stessa zona la candidatura di Chiara Galli o Valentina Vadi. Per la Valdichiana l’ex sindaco di Cortona Andrea Vignini. Una donna potrebbe essere messa in lista anche in Valdichiana: si fa il nome di Sara Rapini.

La Valtiberina dovrebbe essere rappresentata da Lara Chiarini. Il Casentino ha Vincenzo Ceccarelli. Nel capoluogo c’è Lucia De Robertis. A questo punto mancherebbe un nome espressione del territorio aretino. Si è fatto spesso quello di Filippo Gallo,in alternativa si fa avanti la candidatura dell’ex assessore provinciale Andrea Cutini. 

«Una stretta cerchia di oligarchi valdarnesi ha deciso di imbrogliare sul metodo di selezione dei candidati alle elezioni regionali. La democrazia è stata tradita, io non mi presterò a questo gioco». E’ furioso Ivano Ferri, l’ex sindaco di Cavriglia che usa parole pesanti come macigni per annunciare il suo ritiro dall’agone.

Sfoga tutto il malumore di chi si è visto cambiare le regole del gioco in corsa. «Avevamo chiesto le Primarie per individuare i due candidati del Valdarno, un uomo e una donna. Qualcuno si è accorto che il nostro comune poteva esprimere ben 300 voti a fronte dei 170 di Montevarchi o 152 di Terranuova. E allora è stato inventato il ‘voto ponderato’. un coefficiente secondo cui un tesserato al Pd montevarchino finisce per valere quasi tre dei nostri».

«Non sosterremo un candidato che accetta un simile imbroglio». Non si è fatta attendere, però, la replica di Massimiliano Dindalini: «Più volte e pubblicamente ho definito il metodo inappropriato e non condivisibile»