Cadla, domani chiudono anche i punti vendita de "Il Centro", alcuni in provincia di Arezzo. Dipendenti del magazzino, il concordato sarà in tempi brevi. Sui 36 punti vendita solo 25 passano a Conad: restano fuori via Guelfa e Pescaiola

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I lavoratori davanti all'Ascom

I lavoratori davanti all'Ascom

Arezzo, 25 luglio 2014 - Il day after della Cadla, dopo il giorno drammatico del doppio incontro all'Ascom. Con la presentazione ai dipendenti da parte dell'azienda dell'ipotesi cessione a Conad Umbria e a Conad Tirreno dei punti vendita. Due in programma. Il primo con i dipendenti della 2G, la società che ha in carico la rete dei negozi. Con preaccordo di cessione di una parte dei punti vendita a Conad Tirreno. Altri passeranno a Conad Umbria. Nei suoi due rami passerebbero solo 25 dei 36 punti vendita, quindi per undici si profilerebbe una situazione di empasse. Tra gli undici anche tre sedi aretine: due in città, una in via Guelfa e l'altra a Pescaiola, e una a Castiglion Fiorentino. Il resto è in via di definizione. E le cose saranno più chiare nel prossimo incontro sindacale, fissato per il 29 luglio alle 14.30".

Poi il secondo incontro, il più teso: al centro i dipendenti del magazzino, amministrativi e addetti alla logistica. E' il nodo più spinoso, è chiaro, come era apparso fin dal primo momento. Sono duecento gli addetti del magazzino Cadla. Conad non intende accollarsi gli addetti al magazzino e gli amministrativi, avendo già attive le proprie piattaforme logistiche. La strada indicata da Giannetti (c’era solo Claudio mentre Carlo continuava a trattare con Conad), assistito dall’amministratore delegato Stocchi e dal presidente della società ex Konz Marsili, è stata una sola: ipotesi di concordato fallimentare, seguito dall’attivazione delle procedure per la cassa integrazione straordinaria per le aziende in stato di crisi. Altre possibilità al momento non trapelano e i timori di duecento famiglie e dei tanti fornitori dell’indotto, sembrano quindi avverarsi. In compenso la via del concordato sarebbe avviata in tempi brevi. Ieri è suonato un altro campanello d'allarme. Domani chiudono infatti tutti i supermercati della catena distributiva il Centro, alcuni dei quali in affitto ai Giannetti. Dopo la mancata omologa da parte del giudice della proposta di concordato, i punti vendita tornano al curatore fallimentare. Sono 160 i dipendenti interessati tra Firenze e la provincia di Arezzo. E il primo agosto anche loro, rappresentati dal sindacato, saranno presenti al tavolo dell’unità di crisi della Regione convocato per il caso 2G e Cadla dall’assessore al lavoro Gianfranco Simoncini.

Con Conad del Tirreno è stato firmato un contratto preliminare che prevede la cessione di 15 negozi. Si avvierà adesso la procedura di due diligence, la società acquirente valuterà la situazione per dare l’ok entro fine agosto quando la cessione sarà operativa. Intanto con Conad Umbria Carlo Giannetti sta lavorando al perfezionamento dell’accordo raggiunto lunedì scorso a Perugia che prevede la cessione di dieci negozi, la firma sul preliminare è attesa entro il fine settimana. La Duegi, l’azienda che coordina i 36 punti vendita al dettaglio, ha 550 persone a libro paga. l magazzino di via dei Frati e ha circa 180 dipendenti. Le trattative con i sindacati e le rappresentanze dei lavoratori proseguiranno. È stato già fissato un altro incontro per il prossimo martedì 29 luglio.

Lunedì alle 11,  in Sala Giostra del Saracino. Parlamentari, assessori e consiglieri regionali, Presidenti della Camera di commercio e  della Provincia, sindacati. Tutti insieme, convocati dal Sindaco Giuseppe Fanfani, per individuare una strategia che consenta di salvaguardare i posti di lavoro Cadla. “Siamo consapevoli della gravità della situazione – afferma Fanfani. Prima sindacati e direzione aziendale si confronteranno e l’auspicio è che già in quella sede emergano prospettive risolutive. E che, comunque, si avvii un percorso che possa consentire di arrivare al miglior risultato possibile. Ho avuto contatti con tutte le parti interessate ed ho registrato una volontà di collaborazione. Adesso si tratta di vedere quali obiettivi possono essere concretamente raggiunti fin dai prossimi giorni. Da parte nostra, e mi riferisco non solo al Comune ma all’intero sistema istituzionale, ritengo che non sia possibile aggiungere altri posti di lavoro alla lunga lista di quelli cancellati in questi anni. Sono convinto che il “tavolo” di lunedì prossimo possa stabilizzarsi per un monitoraggio costante delle situazioni di crisi del territorio, in primis Cadla.  Immagino un confronto non impostato sulla “difensiva” e cioè su come fronteggiare le emergenze che sempre più frequentemente si presentano. Arezzo ha bisogno, in realtà, di una svolta capace di disegnare un nuovo e diverso sviluppo economico. E’ un disegno che non può avere un solo autore. Unendo competenze, professionalità  e ruoli possiamo sperare di essere capaci di immaginare e costruire un futuro per la nostra comunità”.

Intanto continua lo stato di agitazione con il conseguente blocco delle attività. I rappresentanti dei lavoratori hanno evidenziato come la crisi Cadla appaia soprattutto di natura finanziaria e che siamo di fronte al rischio di un effetto domino. Non escludono infatti ripercussioni negative sull’occupazione nei punti di vendita, anche in caso di cessione. E problemi stanno già avendo i fornitori dei prodotti locali che avevano in Cadla un importante punto di riferimento.

Ed è la Rsu Cadla a ricordare i tre punti principali al tavolo della trattativa. “In primo luogo chiediamo che i dipendenti del magazzino vengano inseriti nelle trattative intraprese per vendere i punti vendita SMK a marchio Despar e Eurospar a due importanti società del settore (per la quale ricordiamo sarebbero in corsa Conad Umbria e Conad del Tirreno, N.d.R.). Chiediamo poi che una parte dei dipendenti Cadla venga rioccupata, insieme a quelli ex Konz, nel Cash and Carry di Via Setteponti ad Arezzo. Chiediamo infine chiarezza sull’utilizzazione degli ammortizzatori sociali”.