Bpel, Banca d'Italia riconferma fiducia nel commissario Riccardo Sora malgrado le indagini di Rimini

Intanto emerge che c'era l'interesse di una banca israeliana, la Hapoalim Bank, interessata al settore oro dell'Etruria: ma tutto era saltato per il commissariamento

Banca Etruria

Banca Etruria

Arezzo, 25 febbraio 2015 - Banca d'Italia riconferma la fiducia a Riccardo Sora come commissario di Banca Etruria malgrado l'indagine in corso da parte della Procura di Rimini. Ecco la nota. "È di questi giorni la notizia che al ragionier Riccardo Sora, commissario straordinario presso Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio, e' stato notificato un avviso di conclusione di indagine da parte della Procura di Rimini.

Con riferimento a tale circostanza, la Banca d'Italia ritiene che non sussistano i presupposti per un provvedimento di revoca, ai sensi dell'art 71, comma 3, del Tub, del ragionier Sora dall'incarico commissariale attualmente ricoperto presso la banca aretina".

Lo riferisce una nota di Palazzo Koch. La Banca d'Italia "rinnova la sua fiducia nell'operato del commissario Riccardo Sora, di cui riconosce la serieta' e la preparazione professionale dimostrate negli incarichi commissariali portati a compimento negli anni passati. Si precisa inoltre che, diversamente da quanto riportato da alcuni organi di stampa, il ragionier Sora non ha rassegnato le dimissioni dal suddetto incarico".

C'era Banca Hapoalim nel destino dell'Etruria. A dirlo è Il Messaggero di oggi, ma lo confermano a La Nazione fonti molto vicine all'ex Cda. Come noto l'advisor nominato dalla banca aretina per la ricerca di un partner di elevato standing era al lavoro ormai da tempo e nonostante la trattativa naufragata con la Pop Vicenza, un'altra offerta si stava delinenando in via Calamandrei.

Era quella del colosso israeliano una public company con azionista principale la finanziaria della famiglia Arison che controlla anche la celeberrima compagnia delle navi da crociera Carnival. Le indiscrezioni parlano di un contatto molto più che agli albori, dato che la banca era già in fase di data room, ovvero l'analisi approfondita dello stato patrimoniale dell'Etruria.

Poi l'11 febbraio l'ingresso a sorpresa degli inviati di Bankitalia durante un cda che avrebbe dovuto approvare il bilancio, l'aumento di capitale e lanciare la fase clou per la costituzione della spa. Che ci fossero dei fondi interessati a Banca Etruria, lo avevamo gà annunciato, ma mancava quel partner di elevato standing che Palazzo Koch caldeggiava ormai da tempo.