Bufera S.Spirito: Fortunato Moretti favorito per succedere a Ezio Gori. Magi e Nicolini le alternative

L'ex rettore ringrazia del tentativo di tenerlo stretto ma non torna indietro. "La mia fase è finita, è ora di aprirne un'altra". Elezioni a breve

Fortunato Moretti

Fortunato Moretti

Arezzo, 29 giugno 2015 - Il consiglio direttivo di Santo Spirito respinge all'unanimità le dimissioni di Ezio Gori, ma l’ex rettore è irremovibile: «Ringrazio tuttti – dice – ma non torno indietro, non è più possibile, preferisco restare fuori».

E così ora si apre ufficialmente il dopo-Gori, l'eredità scomoda di un rettore che ha rimesso in piedi il quartiere e vinto davvero tutto.

E' Fortunato Moretti il favorito alla successione. Commercialista, 54 anni, titolare di uno studio a Pieve al Toppo, è in pole position per ricoprire la massima carica dei Bastioni: gli altri possibili papabili sono il vice rettore Giacomo Magi, 36 anni dipendente della Confartigianato e Fabio Niccolini, attuale maestro d’armi.

Il commercialista sarebbe gradito dalla maggioranza dei consiglieri, in particolare per il lavoro svolto negli ultimi anni come camerlengo. Alle recenti elezioni aveva raccolto 166 voti. «Le mie dimissioni sono irrevocabili – conferma Gori – non ho più la forza per andare avanti, preferisco vivere la giostra da quartierista, non più da rettore, è un impegno troppo oneroso». Ezio Gori non è nuovo a questi colpi di scena: nel 2011 aveva rassegnato le dimissioni addirittura dopo la vittoria di giugno in piazza Grande, dimissioni poi rientrate: «Allora c’erano le condizioni – dice – e soprattutto le motivazioni che attualmente non ci sono più. Ringrazio tutti i soci che mi hanno manifestato la loro stima, ma non torno assolutamento sulla mia decisione».

Il consiglio, una volta fatto il tentativo estremo di mantenere Gori, dovrà nominare nel giro di qualche giorno il nuovo rettore. Dovrà essere scelto tra i 13 consiglieri. 

Ezio Gori aveva preso la sua decisione durante il consiglio straordinario di giovedì. E non era stato il solo a lasciare la sala più importante dei Bastioni: con lui anche Paolo Bertini.