Giovedì 18 Aprile 2024

5 Stelle: dopo le contestazioni Baldassarre coi dissidenti da Renzi, è lui a comunicare il no ad Amato e lo spiraglio su Mattarella

Il confronto nel pomeriggio. "Siamo 25 sulla stessa linea" ha spiegato il parlamentare aretino all'uscita. / IL VIDEO DELLA CONTESTAZIONE / IL VIDEO DELL'ANNUNCIO UFFICIALE ALLA CAMERA

Marco Baldassarre (sullo sfondo) e davanti il collega Rizzetto

Marco Baldassarre (sullo sfondo) e davanti il collega Rizzetto

Arezzo, 29 gennaio 2015 - Alla fine ce l'ha fatta. Ce l'ha fatta insieme ai colleghi dissidenti a passare il muro delle contestazioni, che lo avevano bloccato la sera prima, e a incontrare il presidente del consiglio (e in questo caso soprattutto segretario del Pd) Matteo Renzi. Marco Baldassarre non solo ha partecipato a questo confronto ravvicinato con l'uomo forte della politica italiana. Ma addirittura è stato lui all'uscita a spiegare cosa si siano detti ai cronisti come al solito assiepati.

«Ci ha chiesto quanti siamo e quale orientamento abbiamo», racconta Baldassarre al termine dell'incontro. «Noi siamo circa 25 e non avanziamo una proposta. Gli abbiamo detto no ad Amato, ma non a Mattarella». «Renzi non ci ha fatto nomi», aggiunge. Su come votare domani al primo scrutinio «Stasera - spiega - ci riuniamo e decidiamo».

E così Baldassarre si affaccia sull'orlo della grande elezione del Quirinale dpo la notte più amara, per lui e per Samuele Segoni, i due deputati aretini a 5 stelle uscite stamani dal movimento grillino. Il primo sottoposto l'altra sera a una violenta contestazione mentre con la delegazione dei dissidenti si sta recando a incontrare il premier Renzi al Nazzareno. Sono volati, da parte degli attivisti pentastellati, gli insulti, i più leggeri dei quali sono "venduto" e traditore".

E' lo stesso Baldassarre che racconta a La Nazione l'assalto cui è stato sottoposto da un gruppetto di militanti grillini: "Ci hanno aspettato - dice - sotto il Nazareno, davanti alla sede del Pd, erano una ventina di attivisti, fra i quali ne ho riconosciuto uno, particolarmente esagitato, di Cortona. Ce ne hanno gridato contro di tutti i colori, mi hanno anche urlato minacce, come che devo viaggiare con la scorta".

Il deputato continua: "Siamo stati costretti a tornare indietro e ci hanno inseguito fin quasi a Palazzo Chigi. In particolare se la sono presa col collega Walter Rizzetto, che è stato circondato e anche riempito di sputi, con qualche spintone. Poi è intervenuta la Digos che ci ha preso sotto scorta. Ma oggi ci riproviamo, non ci sono possono impedire di vedere Renzi, se si tratta delle consultazioni per il Quirinale".

E' bufera insomma nel Movimento 5 Stelle, dove insieme a Baldassarre e Segoni se ne sono andati in altri otto. Una decisione che pareva certa fin dalla serata di lunedì quando era stata convocata una conferenza stampa nella quale poi, stamani, è stato ufficializzato l'addio. "Basta con i despoti", è lo slogan di Samuele Segoni, valdarnese, il deputato che qualche settimana fa era stato fra i protagonisti della clamorosa contestazione contro Grillo nella sua villa di Marina di Bibbona.

Il gruppo dei dissidenti non condivideva la linea seguita dai leader nell'elezione del Quirinale. Vorrebbe giocare un ruolo più attivo. E davanti all'ennesima delusione chiude, passando al gruppo misto. "Vogliamo discutere sui nomi - spiega Baldassarre - certo se quello che ci propongono è Giuliano Amato, allora non ci sono margini di manovra nemmeno per parlare". Cosa che combacia con la dichiarazione del giorno dopo.  Marco Baldassarre e Samuele Segoni erano stati entrambi attaccati di recente e "sfiduciati" dai rispettivi meetup, entrambi nel mirino da quando era maturata l'espulsione di Massimo Artini. Ora sono stati loro, insieme ad altri otto colleghi, a rompere gli indugi. E forse a giocare a questo punto un ruolo decisivo nell'elezione del presidente. anche grazie ai "pontieri" al lavoro, specie nel partito democratico, per convergere sulla linea della maggioranza. Maggioranza che ha tra l'altro scelto proprio un parlamentare aretino, Marco Donati, per rivestire un ruolo decisivo in questa fase delicata a ridosso del voto per dare un erede a Giorgio Napolitano. "Basta con inutili slogan - ha sostenuto nel corso di un incontro con la stampa lo stesso Baldassarre insieme a Mucci e Rizzetto - e basta con l'essere una forza di opposizione distruttiva: abbiamo scelto di ribellarci e cambiare davvero l'Italia".

Un momento della conferenza stampa di Baldassarre Samuele Segoni va giù duro. "Vogliamo fare qualcosa che serva ai cittadini e non a qualcuno. Noi siamo contro la vecchia politica, il movimento doveva essere un mezzo non un fine, noi vogliamo rispondere al mandato che i cittadini ci hanno dato, Vogliamo evitare che un despota per difendere i suoi interessi possa ricattare deputati liberi. Non abbiamo alcuna paura e resteremo qua". "Vogliamo essere chiamati 'Alternativa libera'- conclude Segoni- perche'' siamo un cantiere aperto. Il nostro gruppo sara' aperto, inclusivo e orizzontale, un cantiere aperto per un progetto di cambiamento che possa offrire un'alternativa libera".  E Baldassarre fa appello agli altri ex colleghi che restano nel gruppo pur non condividendone la deriva. "Le porte sono aperte, non si può restare dove manca un confronto"