Bpel, tempi di cessione più lunghi delle altre: risale l'ipotesi Bper

Già sotto Fornasari era spuntata l'ipotesi della banca di Emilia Romagna. Bankitalia: vendere tutto e bene. RISPARMIATORI: STORIE, DRAMMI, IPOTESI CLASS ACTION; REAZIONI: SINDACO, SINDACATI, PD

Roberto Bertola

Roberto Bertola

Arezzo, 27 novembre 2015 - Ora il nodo dei nodi è la cessione. Al miglior offerente e nei tempi più brevi possibili, dice Banca d’Italia. A chi? Siamo ancora al punto zero, di pretendenti ancora non ce ne sono. Unica voce, pur vaga, riportata dalla stampa economica, è un ritorno di fiamma da parte di Bper, della quale si era già insistentemente parlato prima e dopo il commissariamento.

Lo scenario principale è un inserimento della banca nel Risiko delle Popolari innescato dalla trasformazione in Spa. Di matrimonio in casa Bpel si discute dal dicembre 2013, da quando Banca d’Italia aveva imposto all’istituto aretino il matrimonio con un partner di «elevato standing». Erano gli ultimi mesi della presidenza Fornasari (a sua volta subentrato nel maggio 2009 al padre padrone di un ventennio, il laico Elio Faralli) e in Bpel da un paio d’anni stavano affiorando i crediti deteriorati.

Al deterioramento della situazione creditizia si pensò di rimediare riempendo la banca di titoli di stato: da 2 miliardi nel 2010 a 7 miliardi nel 2013, in modo da riequilibrare il margine di intermediazione con il trading dei Btp. Ma Banca d’Italia disse ancora una volta stop e allora non restà che ricorrere alle lacrime e sangue dei fondi progressivamente spesati per i crediti deteriorati, rivalutati dal miliardo del 2010 a 2,7 del 2014.