Bpel, Vestager: "Governo-Ue, accordo fatto". Slitta il decreto. Sofferenze, rialzo valore

Ma dalla commissaria nessun chiarimento sull'intesa. Il decreto scivola di una settimana. / LA PROTESTA CONTINUA IN CITTA' - LE FOTO; Via alle vendite: i primi nomi sui potenziali acquirenti; Bancarotta: ricorso di Bronchi al riesame

JHGF_12501081_151308

JHGF_12501081_151308

Arezzo, 20 aprile 2016 -  La Commissione europea ha raggiunto un accordo con l'Italia sulla questione dei rimborsi a favore dei titolari di obbligazioni subordinate che hanno subito perdite con i riassetti di Banca Etruria, Cariferrara, Carichieti e Banca Marche. Lo ha annunciato la commissaria responsabile della concorrenza, Margarethe Vestager. "Abbiamo raggiunto un accordo con il governo italiano sulla questione delle quattro banche", ha detto in risposta ad una domanda in conferenza stampa.

Ma per ora resta la doccia fredda sul decreto per gli indennizzi ai risparmiatori penalizzati dal salvataggio di Banca Etruria: saranno approvati dal Consiglio dei ministri solo la settimana prossima. I provvedimenti, non saranno all'ordine del giorno della riunione di Governo convocata oggi. Al Consiglio dei ministri manchera' infatti il presidente del Consiglio Matteo Renzi, in missione in Messico e Usa. Era stato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ad annunciare l'imminenza dei decreti: "All'inizio della settimana prossima saranno approvati decreti per ridurre i tempi del recupero crediti e per regolare i rimborsi", aveva detto da Washington, a riprova del fatto che i provvedimenti sono praticamente pronti.

Inutile dire che la notizia viene accolta con un certo disappunto sia negli ambienti della Nuova Etruria, dove si sperava in un allentamento della pressione degli obbligazionisti, che anche giovedì scorso hanno assediato la banca, sia tra gli stessi risparmiatori: sono venti settimane che aspettiamo, è il refrain. Ma anche il varo del decreto non avrebbe frenato più di tanto la rabbia che monta. Nel mirino ci sono soprattutto gli arbitrati dell’Authority, che dovrebbero riguardare tutti coloro che non rientrano nella soglia dei 21 mila euro di redditi prevista per i risarcimenti in automatico. Ieri la città si è risvegliata piena dei tazebao anti-arbitrati che l’associazione delle vittime del Salvabanche aveva fatto appendere a sottopassi e persino alberi dei parchi.

Altra importante novità per Banca Etruria: il  valore delle sofferenze delle 4 banche è stato rivisto al rialzo nei giorni scorsi dagli «esperti indipendenti». Lo afferma il governatore delle Banca d'Italia Ignazio Visco in audizione al Senato che ricorda come il valore deciso «d'urgenza» nel novembre scorso (e oggetto di forti critiche ndr) fosse stato deciso «tenendo conto delle comunicazioni al governo da parte delle Commissione Ue» che ha indicato come valore economico reale di cessione delle sofferenze il 25% del nominale sui garantiti da ipoteca e l'8,4% chirografaria con una media del 17,6%. Ora Visco rileva come tali valori siano stati rivisti di media al 31% per i garantiti e il 7,3% gli altri, con una media ponderata del 22,4%.

Il decreto per i risarcimenti in base alle indiscrezioni parlerebbe di risorse stanziate fino a circa 300 milioni, il triplo rispetto ai 100 previsti inizialmente. La cifra dovrebbe garantire un ristoro totale alla maggior parte dei risparmiatori coinvolti: i bond subordinati ammontavano infatti a 339 milioni fra i quattro istituti andati in risoluzione.

Una procedura automatica per risarcire le persone dal reddito basso (con una soglia intorno ai 20mila euro) e  coloro che nelle obbligazioni avevano investito somme limitate. Il meccanismo dovrebbe dunque assicurare un indennizzo immediato a una grande parte. Per tutti gli altri resterebbe la strada dell’arbitrato gestito dall’Anac.

Intanto entro la settimana si avrà la decisione del Tar del Lazio in merito alla legittimità del cosiddetto decreto Salvabanche. Oggi sono stati nove i ricorsi discussi nel merito, proposti dal Codacons, da alcuni istituti bancari e da alcuni soci degli stessi. All'esito della discussione, i giudici, su richiesta dell'avvocatura dello Stato, si sono riservati di pubblicare entro sette giorni i dispositivi di sentenza.

La discussione di ieri  è stata caratterizzata da una serie di schermaglie processuali in merito alla richiesta degli avvocati di Banca d'Italia di depositare in udienza la valutazione definitiva relativa alla procedura che ha portato all'azzeramento del valore dei titoli di Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e Carife. Sul presupposto che le altre parti processuali hanno ritenuto l'acquisizione della documentazione irrituale e irrilevante ai fini della decisione, il Tar ha negato il deposito. Unica 'vocè fuori dal coro è stata quella del Codacons che non si è opposto al deposito.

«Con questi documenti - ha detto l'avvocato del Codacons, Carlo Rienzi - Bankitalia ritiene di poter sanare i vizi motivazionali e d'istruttoria che abbiamo sollevato con riferimento alla procedura di risoluzione delle banche. Ma non è così». Il diniego al deposito è però in questo caso arrivato dall'Avvocatura dello Stato che ha sottolineato come la diffusione di quella documentazione, allo stato sconosciuta, potesse fornire pretesto a strumentalizzazioni dannose per una corretta informazione pubblica. Per ora i documenti quindi non sono transitati nel fascicolo processuale. I ricorsi sono stati discussi tutti in maniera approfondita senza la valutazione definitiva di Bankitalia, con riserva dei giudici di emettere entro una settimana i dispositivi di sentenza.