Bpel, conflitto di interesse da 100 milioni e altri nomi. "Maxi-prestiti in 24 ore"

Il quadro disegnato dal liquidatore Santoni nella sua relazione (nella foto accanto al procuratore Rossi) ora a disposizione della Procura I nuovi conflitti di interesse; I super debitori che hanno affossato Bpel: Good Bank: offerte vincolanti a luglio; Circolari sui bond: chi sono i dirigenti indagati

Roberto Rossi

Roberto Rossi

Arezzo, 13 maggio 2016 - Grandi sofferenze e conflitto di interessi si intersecano, a volte in modo quasi inestricabile, nella relazione del liquidatore Giuseppe Santoni sullo stato di insolvenza di Banca Etruria. Scatenando un autentico tourbillon di nomi: Augusto Federici, consigliere d’amministrazione Bpel fino al 2011 nonchè patron di Sacci (62 milioni di debiti, di cui 49 accantonati come sofferenze), Giorgio Guerrini, vicepresidente fino al 2013 nonchè socio di High-Facing (destinataria di 3 milioni e 159 mila euro di crediti con perdite per 2 e 925) insieme a Carlo Schiatti, fratello di Paolo, vicedirettore generale fino al 31 dicembre 2012 e vicepresidente di Banca Del Vecchio fino al maggio 2014), Alberto Rigotti, il consigliere che nel 2009 esprime il voto decisivo per il defenestramento di Elio Faralli, la cui Abm non restituisce 16 milioni con perdite per 14.

C’è anche nella lista Santoni il penultimo presidente Giuseppe Fornasari, che siede fino al 2007 nel Cda della controllante di Abm-Ict (da non confondere con l’altra), municipalizzata bergamasca delle telecomunicazioni, poi diventata Big Fibra: debito di 5 milioni, di cui 846 mila euro appostati a dubbio esito. In totale, solo per i crediti deteriorati in sospetto di conflitto di interesse, Etruria ha perso un centinaio di milioni.

Bene, fin qui i fatti. Ma hanno anche rilevanza penale o sono comunque ancora perseguibili a distanza di tempo, a volte di anni? E’ la valutazione cui in queste ore sta lavorando il pool di Pm coordinato dal procuratore capo Roberto Rossi. Ci sono situazioni in cui il reato (se c’è) pare perlomeno prescritto. E’ il caso di Fornasari, uscito da Abm-Ict appunto nel 2007. O quello del commercialista Gianfranco Neri, il cui periodo da sindaco sia di Bpel che di High-Facing risale al 2010-2011.

Anche Rigotti, peraltro già arrestato per bancarotta a Cagliari, è uscito dal Cda di Etruria nel 2009. Altre situazioni paiono ancora suscettibili di esame da parte della procura, dove comunque regna il silenzio: se ci sono indagati, nessuno lo dice. Certo, alcuni crediti sembrano a prima vista concessi con molta facilità. Nel 2006 un finanziamento da 20 milioni a Sacci viene deciso in due giorni, nel 2008 uno da 60 milioni in un solo giorno, nonostante la proposta venisse dal polo romano di Bpel. La pratica di Abm-Ict viene invece risolta in due giorni.

E’ tutto nero su bianco nella relazione Santoni che La Nazione ha potuto consultare. Quanto ad High-Facing, produttrice di pannelli fotovoltaici (anche per il cantiere dello Yacht Etruria di Civitavecchia, dove risulta tra le creditrici di Privilege Yard), il socio di maggioranza era Cogest, seguita da Quasar. Piccole quote per Guerrini (10%), già presidente nazionale di Confartigianato, e Carlo Schiatti (6%).

L’Abm network di Rigotti e la Abm merchant di Alberto Maria Zamorani (già manager Iri) sono invece state dichiarate fallite in Lussemburgo. Infine il caso Intermedia di Vincenzo Consorte, già socio forte di Unipol (finanza rossa). In un complesso intreccio di società fra 2010 e 2011 acquistò da Etruria quote delle assicurazioni controllate Bap Vita e Bap danni, ricevendo contemporaneamente finanziamenti dalla banca. In pegno per i soldi mai rientrati (50 milioni di esposizione e 32 di perdita) Intermedia diede parte del suo capitale.

di Salvatore Mannino