Mercoledì 15 Maggio 2024

Bassetti aretino dell'anno: "La vostra città è dentro di me: ma siate più uniti, a volte litigate troppo"

La vita da Cardinale, le differenze tra il carattere perugino e toscano, i ricordi più belli dei 10 anni qui. E l'appuntamento: "Per la Madonna del Conforto ci sarò"

IL VESCOVO Il Cardinale Gualtiero Bassetti

IL VESCOVO Il Cardinale Gualtiero Bassetti

Arezzo, 9 gennaio 2015 - "ARETINO dell’anno? Ma io non lo sono più». Lo dice ma non lo pensa neanche per un secondo. Ma gli scherzi da prete sono niente rispetto agli scherzi da Vescovo, figuriamoci da Cardinale. Gualtiero Bassetti in realtà è felice per un premio che lo ricollega con le sue radici, quantomeno ecclesiali. «E’ un bel riconoscimento: e ci sono cose di Arezzo che del resto non dimenticherò mai» Ad esempio? «Beh, una su tutte: i miei ragazzi del Seminario in montagna. Mi capita spesso di sognare quelle scene di notte, erano davvero dei momenti di comunione e di allegria rari». Anche ora che è Cardinale? «Assolutamente sì». Ma come le è cambiata la vita da quando ha ricevuto la berretta rossa? «Quanto meno in termini di tempo: ormai ho degl impegni continui» Ecco, ci dica la sua vita da Cardinale.. «Ogni 15 giorni devo andare a Roma: abbiamo un ruolo nella scelta dei nuovio Vesdcovi. E ci sono tante diocesi che aspettano di ricevere una guida». E lei di pastori se ne intende... «No, dico solo di esserlo. O quantomeno di affrontare ogni nuovo incarico che mi viene assegnato con questo spirito: cercare l’incontro con la gente». E la gente risponde.. «Dappertutto c’è un bisogno crescente di essere ascoltati e amati: e su questo Arezzo, Roma o l’Umbria non fanno differenza». Già, e invece su cosa ha trovato differenze tra i suoi fedeli ad Arezzo e a Perugia? «Dunque..» No, non dica nessuna o potrebbe esserci una rivolta sia ad Arezzo che a Perugia «No, non lo avrei detto: diciamo che ad Arezzo come a Massa Marittima giocavo in casa. Chi è toscano si porta dietro un dna che non si cancella». E poi lei è della montagna toscana.. «Appunto: il carattere è quello della roccia, per questo ho avuto così pochi problemi ad Arezzo e con gli aretini» E invece Perugia? «Quando voglio prenderli in giro...» Altro scherzo da Vescovo.. «No, gli dico che io vengo dal Granduicato di Toscana e loro dallo stato pontificio e ne hanno conservato le caratteristiche» Però nei fatti.. «Mi trovo alla grande. Tra l’altro tornare alle radici del francescanesino è fondamentale per me, uno spirito e una mentalità che in questo sento davvero mie» E che le ricordano Arezzo.. «Beh, certamente La Verna o le Celle sono state una scuola straordinaria, che nei luoghi di Francesco mi permette ogni giorno di crescere» Ma la gente in cosa è differente? «In Umbria è più riservata, ad Arezzo più espansiva» Contro tutti i luoghi comuni sugli aretini.. «Sì. ho sempre trovato una grande disponibilità ad aprirsi e stare insieme»§ E quindi gli vogliamo mandare un augurio per l’anno nuovo «Certo: ma non un semplice buon anno» Meglio: che gli diciamo, dunque? «Il mio invito è che siate coesi, uniti. Spesso, almeno negli anni in cui ero ad Arezzo, litigavate un po’ troppo». Pochi minuti e torna al suo cavallo di battaglia in tante omelie e lettere alla città «Lo trovo un punto a volte debole del carattere aretino e che se superato è in grado di diventare una grande risorsa. Anche contro la crisi». Contro la crisi? «Sì, in questa fase se ne esce stando uniti: se si ha meno, l’unica ricetta è condividere quel poco che abbiamo». Francescano fino in fondo.. «E chi diventa vescovo ad Arezzo e Cardinale a Perugia come potrebbe non esserlo?». E un po’ aretino dell’anno.. ​«Grazie a voi»