Bancarotta Bpel, vertice in procura fra il pool dei Pm e la Finanza. I sindaci da Morando

L'indagine riprende a pieno ritmo, ma ci vorranno ancora giorni per arriva alla svolta degli indagati eccellenti. Si guarda dentro le consulenze, ce ne sono anche per il Kazakistan. Il viceministro: tempi più rapidi per i rimborsi

Roberto Rossi

Roberto Rossi

Arezzo, 16 febbraio 2016- Vertice tra pm e investigatori, oggi, ad Arezzo sull'inchiesta di Banca Etruria. Il procuratore della Repubblica di Arezzo, Roberto Rossi, ha guidato la riunione, che si è tenuta in procura. In particolare il pool di magistrati che sta indagando sul crac - composto dai pm Angela Masiello, Julia Maggiore, Andrea Claudiani e lo stesso Roberto Rossi -, si è incontrato questa mattina con il comandante della guardia di finanza di Arezzo, Andrea Tesi, e con il maggiore Peppino Abruzzese, comandante del nucleo di polizia tributaria di Arezzo, per fare il punto sugli accertamenti in corso dopo che, venerdì scorso, il tribunale di Arezzo ha dichiarato Banca Etruria insolvente.

La guardia di finanza starebbe vagliando la relazione del commissario liquidatore Giuseppe Santoni e degli ispettori di Bankitalia che hanno agito nel periodo compreso tra il 2013 e il 2015. I finanzieri in queste ore stanno mettendo insieme ulteriore materiale sulle cosiddette 'liquidazioni d'orò, sui premi ai dipendenti e sulle consulenze che hanno portato a sofferenze per 2 miliardi più altri 700 milioni. In sostanza il lavoro attuale è concentrato in primo luogo sugli ultimi anni della banca, in particolare quelli coperti dalle due relazioni ispettive di Bankitalia.

SI SONO FERMATI solo per il fine settimana, ma i Pm del pool costituito dal procuratore capo Roberto Rossi sono già tornati al lavoro a pieno ritmo. L’ipotesi di bancarotta fraudolenta originata dalla dichiarazione di insolvenza di Banca Etruria, il quinto dei filoni d’indagine, richiede tutta l’attenzione che lo stesso Rossi, Andrea Claudiani, Julia Maggiore e Angela Masiello riusciranno a metterci. E per la mole dello scavo in cui i magistrati dovranno immergersi e per la delicatezza dei nomi che sono in ballo.

Inutile ricordare che potenzialmente, e forse qualcosa in più, nel mirino ci sono l’ultimo presidente Lorenzo Rosi, i suoi vice Alfredo Berni e (soprattutto) Pierluigi Boschi, il padre del ministro, vera chiave di volta della bufera mediatica, gli altri membri del Cda, un ex presidente come Giuseppe Fornasari, un ex direttore generale quale Luca Bronchi, i vertici e i consiglieri dei board degli ultimi anni. Almeno dal 2013, ma non è detto che l’inchiesta si fermi lì.

La bancarotta è un reato a combustione lenta, nel senso che i tempi di prescrizione sono lunghissimi e quindi si può risalire molto indietro, fino ai tempi in cui furono decise alcune delle operazioni che più hanno destato scalpore, dal porto di Savona di Caltagirone all’ormai celeberrimo Yacht Etruria che continua ad arrugginire nel porto di Civitavecchia.

MA L’IMPEGNO dei Pm è concentrato in primo luogo sugli ultimi anni, almeno quelli coperti dalle due relazioni ispettive di Bankitalia che hanno scosso l’Etruria fino a provocarne il commissariamento. Quelle del 2012-2013 di Emanuele Gatti, dunque, e del 2014-2015 di Giordano Di Veglia. E’ in questa fase che emergono le sofferenze (due miliardi più altri 700 milioni di incagli) sotto il cui peso è affondata la vecchia Bpel.

E qui si concentrerà lo sforzo del pool: erano consapevoli gli amministratori dei rischi connessi ai finanziamenti concessi? Se così fosse, siamo di fronte a scenari di distrazione patrimoniale e dunque di bancarotta. Lo stesso vale per le altre situazioni critiche messe in luce dalle ispezioni: i 17 milioni di consulenze (oltre a quelle milionarie con gli advisori Rothschid, Lazard e Bain oltre che con la Jci capital limited, consulente dell’aumento di capitale, ce ne sono di piccole ma succose, come gli 85 mila euro a Cosman Srl per il business in Kazakistan e Kirghizistan), il premio al personale da 2,5 milioni e la liquidazione da 1,2 a Bronchi.

Ma perchè i nuclei della polizia tributaria di Arezzo e Firenze delegati alle indagini abbiano il tempo di guardarci dentro ci vorrà tempo. La svolta con le iscrizioni nel registro degli indagati, insomma, non è alle porte. Ci vorrà ancora qualche giorno, forse una settimana, forse più.

Intanto, si è svolto  a Roma, presso il Ministero dell'Economia e Finanze l'incontro tra il vice ministro Morando e una delegazione di sindaci della provincia di Arezzo. Sul tavolo le questioni legate a Banca Etruria: rimborsi per i risparmiatori, il tema occupazionale e le prospettive future della Nuova Banca Etruria. La delegazione, promossa dal sindaco di Civitella Ginetta Menchetti, ha visto la partecipazione anche del sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli. Per la Valtiberina hanno partecipato i sindaci di Anghiari e Pieve Santo Stefano, Riccardo la Ferla e Albano Bragagni e l'assessore al Comune di Badia Tedalda Antonio Cominazzi, in rappresentanza del Valdarno era presente il sindaco di Bucine Pietro Tanzini, per il Casentino il sindaco di Chiusi della Verna Giampaolo Tellini.

“Abbiamo sottoposto al viceministro le istanze che provengono dal territorio aretino all'indomani del decreto del 22 novembre che riteniamo insufficiente e da migliorare – spiegano i sindaci presenti a Roma – a cominciare dalla questione legata ai rimborsi per i risparmiatori che hanno visto azzerate le obbligazioni subordinate. Abbiamo sollecitato il viceministro affinchè vengano stabiliti in tempi rapidi i criteri per l'assegnazione dei rimborsi. Su questa specifica questione – proseguono i sindaci – Morando si è impegnato a riferire al premier Renzi e al Ministro dell'Economia Padoan”.

Il viceministro ha poi ribadito che per i rimborsi verrà seguita la strada dei due decreti, uno ministeriale e l'altro della presidenza del Consiglio, per velocizzare l'iter e che i tempi di attuazione sono ormai prossimi. Sulle prospettive della Nuova Banca Etruria in relazione alla futura vendita, i sindaci hanno manifestato la necessità di tutelare da un lato i livelli occupazionali e dall'altro il mantenimento del legame con il territorio: “Al viceministro abbiamo rappresentato l'importanza che l'istituto ha da sempre avuto sul nostro territorio. Perdere il centro direzionale avrebbe una ricaduta nefasta sul tessuto economico e sociale sia in termini di occupazione che di attività economica”.

Sul tema occupazionale Morando non ha fornito rassicurazioni sostenendo che il Governo non può fissare paletti nei confronti del compratore. Morando ha poi aperto all'opportunità di promuovere un tavolo tra Governo, amministrazioni locali e Regione Toscana per verificare la possibilità di investimenti in quei territori maggiormente colpiti a seguito dal decreto del 22 novembre. Al termine dell'incontro il Sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli ha consegnato al vice ministro la lettera sulla situazione di Banca Etruria indirizzata al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e sottoscritta da altri otto comuni della provincia. Il vice ministro ha promesso che provvederà personalmente a consegnare la missiva.