Banca Etruria, appello di Rosi contro l'insolvenza: verdetto tra una settimana

Gli avvocati chiedono l'annullamento della sentenza o una super perizia per valutare le condizioni dell'istituto. Le controdeduzioni del liquidatore

Lorenzo Rosi

Lorenzo Rosi

Arezzo, 7 maggio 2016 - Insolvenza secondo round. Si è discusso ieri in corte di appello civile a Firenze il ricorso di Lorenzo Rosi, l’ultimo presidente di Banca Etruria, proposto dai suoi legali  Michele Desario e Antonino Giunta. In una memoria il commissario liquidatore Giuseppe Santoni eccepisce sulla legittimazione di Rosi stesso a impugnare la dichiarazione di insolvenza.

Desario e Giunta chiedono l’annullamento del primo verdetto e invitano in subordine la corte a nominare un super-perito terzo per esaminare la reale situazione della banca al momento della risoluzione. Lo stato di insolvenza era stato decretato il 15 febbraio scorso dal collegio fallimentare del tribunale di Arezzo, presieduto da Clelia Galantino dietro i numeri presentati da Santoni: un miliardo e 167 milioni di deficit complessivo coperti solo per 863 milioni dai mezzi propri della banca.

Gli avvocati di Lorenzo Rosi sostennero, e sostengono, che sarebbe bastato convocare l’assemblea dei soci per proporre l’aumento di capitale deciso dall’ultimo Cda. A quel punto o i soci avrebbero votato sì e Bpel sarebbe ripartita in automatico o si sarebbero pronunciati contro; e solo allora si sarebbe potuta profilare l’insolvenza.

La difesa ha prodotto anche una lettera di Bankitalia, peraltro riferita a Banca Marche, dove si spiega che la svalutazione dei crediti deteriorati era stata fatta su un precedente relativo a banche slovene, particolare che secondo gli avvocati di Rosi dimostrerebbe che nella vicenda Etruria non è tenuto conto del valore di mercato. Il verdetto entro la prossima settimana.