Venerdì 19 Aprile 2024

Aziende partecipate, "ultimatum" dal Governo: ma a rischio sembrano solo Coingas e Lfi

Tremano le aziende che hanno più amministratori che dipendenti, gli altri parametri per ora meno chiari SU LA NAZIONE DI OGGI

UFFICI

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Arezzo, 21 dicembre 2014 - Le società partecipate dopo la votazione del maxi emendamento alla legge di stabilità subiranno un drastico taglio. Ma sarà davvero una rivoluzione? Intanto entro il 31 marzo 2015 deve essere presentato un piano di razionalizzazione per procedere alla potatura entro il 31 dicembre. Ci sono chiare indicazioni sulle caratteristiche che le tanto vituperate partecipate devono avere per rimanere in vita o essere soppresse. Tutte le società che al 30 settembre scorso avevano più amministratori che dipendenti andranno verso la soppressione. Meno chiara la norma che parla di eliminare le aziende che sono doppioni o che svolgono attività analoghe ad altre società. E allora: quanti consigli di amministrazione verranno tagliati ad Arezzo? Sotto la lente finirà Aisa che da quando i servizi sono stati trasferiti a Sei Toscana è una scatola vuota che contiene le partecipazioni dell’azienda di area vasta. Non ha dipendenti, ha un amministratore unico e non produce reddito. In caso di chiusura il problema rimarrebbe sulla gestione delle quote nel colosso dei rifiuti. Diverso il discorso per Aisa Impianti, presieduta da Antonio Boncompagni: ha dipendenti e il suo core business risiede nella gestione del termovalorizzatore di San Zeno. Tra le grandi partecipate c’è poi Atam di Francesco Falsini che però non corre rischi. Ha dipendenti e non è una scatola vuota perché è gestore di un servizio. Produce inoltre un reddito molto alto. A gestire l’edilizia popolare c’è Arezzo Casa e anche quest’ultima (presidente Gilberto Dindalini) ha più dipendenti che consiglieri e produce reddito anche se va detto che nella notte del maxi emendamento la clausola del minimo di 100 mila euro di reddito è sparita e non è più una discriminante. Il comune partecipa poi ad Arezzo Fiere e Congressi e anche questa non ha nessun problema a rimanere nei termini tracciati dalla legge. Arezzo Multiservizi gestisce invece i servizi cimiteriali e pur essendo piccola ha molti più dipendenti del consiglio di amministrazione. Anche per quest’ultima nessun problema di sopravvivenza così come per l’Azienda Farmaceutica. Coingas invece è come Aisa: una sorta di scatola vuota senza dipendenti che possiede le azioni di Estra. Il suo organico è formato da 4 consiglieri più il presidente. Quindi a ben vedere a rischio ci sono quasi esclusivamente tutte quelle partecipate che hanno visto migrare altrove i servizi dei rifiuti e dell’energia. Per Nuove Acque invece nessun taglio in vista. Non abbiamo citato ancora Etruria Innovazione che però è in liquidazione, il polo universitario aretino già ridotto ai minimi. E Lfi? Al 30 settembre sicuramente è iscritta come società senza dipendenti, ma con un consiglio di amministrazione composto da 7 membri: 5 di nomina pubblica e due privati. «Effettivamente non ci sono dipendenti diretti - commenta il presidente Maurizio Seri – ma ne ha indirettamente oltre cento, 110 per la precisione, tramite le controllate al 100% Tft e Rft». Per come è uscita la legge dal senato, Lfi che ha anche partecipazioni in tiemme dovrebbe rientrare nel piano di razionalizzazione.