«Senza vaccinazioni pericolo epidemie»

Calate drasticamente le famiglie che optano per la prevenzione. Parlano i pediatri

ugo pancani

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Arezzo, 8 ottobre 2015 - Restare a letto col morbillo o a casa con la pertosse. Accadeva ai bambini di alcune generazioni fa. E accade adesso. Colpa del crollo delle vaccinazioni. Per cui tornano alla ribalta malattie che sembravano ricordi legati al passato. E così rosolia e varicella, malattie infettive che sembravano superate, colpiscono ancora e lo fanno sia sui grandi che sui piccini. Motivo? Ai ragazzi tra 10 e 14 anni non vengono fatti i richiami dei vaccini iniettati da piccoli e ai bimbi in età pediatrica le vaccinazioni vengono somministrate sempre meno. L’appello principale è stato lanciato, numeri alla mano, dagli specialisti di igiene e microbiologia, i numeri in calo sono pubblicati dal Ministero della Salute. E a rincarare la dose ci pensano anche i pediatri aretini, che confermano questa pericolosa tendenza.

«Anche noi stiamo verificando che quella che una volta davamo per scontato e cioè un’adesione massiccia alle vaccinazioni, ora deve essere invece contrattata con i genitori - spiega il dottor Ugo Pancani, Presidente dei pediatri aretini - il motivo è che spesso su internet i genitori trovano notizie distorte e non certificate che li mettono in allarme. Per fortuna esiste la figura del pediatra che assiste i bambini e che in questo periodo ha necessità di rinforzare il messaggio e far capire che è importantissimo vaccinare i propri figli. Bisogna tenere gli occhi sempre più aperti. E soprattutto con le migrazioni, certe malattie tornano fuori, una su tutte la tubercolosi. Auspichiamo quanto prima che l’azienda sanitaria dia ai pediatri i vaccini necessari a farli diventare unico referente.

Tra le altre malattie che rispuntano ci sono anche morbillo e pertosse e sono sempre più grandi i bambini che contraggono queste pericolose malattie. Il motivo è che non vengono più fatti i richiami: una volta che i bimbi non sono più in età da pediatra e quindi tra i 10 e i 14 anni, la famiglia dimentica di fare il richiamo e nessuno ricorda loro che è necessario ripetere la vaccinazione per essere coperti». Niente vaccino, maggior circolazione del virus. Come quello della meningite che in questo periodo pare il problema più grande con 7 casi mortali in Toscana. «Siamo molto preoccupati e per questo facciamo una grossa pressione sulle famiglie - continua il dottor Pancani - tutti i pediatri vogliono vaccinare i propri assistiti, stiamo aspettando i sieri contro la meningite B, storicamente responsabile del maggior numero di casi, mentre ci siamo già mossi per la c. Il problema si intensifica in questo momento clou di ritorno a scuola. Le uniche cose da cui siamo protetti più a lungo sono tetano ed epatite visto che il vaccino viene fatto a 3 mesi».