Drogato si schianta in moto contro un muro e l'amico muore: condannato, è in carcere

Erano saliti in sella in tre. Il conducente era stato condannato per omicidio colposo. Ieri lo sbarco nel San Benedetto

La polizia municipale sul luogo dell’incidente a Cesena (foto Ravaglia)

La polizia municipale sul luogo dell’incidente a Cesena (foto Ravaglia)

Arezzo, 7 febbraio 2016 - Era avvenuto in una notte di giugno del 2013 intorno alle 2 lo schianto. In quella sera d’estate erano in tre, tutti senza casco, in sella a una moto. Una bravata finita male, anzi malissimo. Nel dramma un ventiquattrenne era stato ricoverato in condizioni serie all’ospedale Le Scotte di Siena, per morire successivamente.

Mentre gli altri avevano riportato ferite non gravi ed erano stati curati all’ospedale San Donato di Arezzo. S.M.R. invece aveva riportato un importante edema cerebrale. Era accaduto a Frassineto, dove tre ragazzi tra i 21 e 24 anni risiedevano.

Sulla dinamica dell’incidente hanno indagato gli agenti della polizia stradale di San Giovanni Valdarno, intervenuti sul posto. E adesso per il guidatore dello scooter si sono aperte le porte del carcere.

E' stata la Squadra Mobile venerdì ad eseguire  un ordine di carcerazione emesso dalla Procura nei confronti di un cittadino italiano, V.R. di anni 25.

Il ragazzo deve espiare una pena di anni 2 e mesi 8 di reclusione per il reato di omicidio colposo durante la guida di veicolo sotto l’influenza di sostanze stupefacenti.

Il venticinquenne è stato portato al carcere di San Benedetto per scontare la pena. Quella sera lo schianto svegliò gli abitanti di Frassineto. I tre, forse per una bravata finita poi nel dramma, erano saliti nella stessa moto tutti insieme e il mezzo era sbalzato fuori strada e aveva concluso la sua corsa contro un muro ai margini della carreggiata.

Uno dei residenti, udito il violento impatto, si era subito reso conto della situazione e aveva chiamato i soccorsi e la polizia. Le condizioni dell'amico erano apparse subito gravissime. Poi il volo a Siena, l'arrivo alle Scote, l'agonia e la fine.

Si tratta dell’ennesima tragedia sulla strada finita male a causa delle condizioni del guidatore. Non solo i tre ragazzi erano saliti in tre sulla stessa moto, ma chi guidava aveva infatti fatto uso di sostanze stupefacenti. Solo qualche giorno fa l’arresto di un altro guidatore, lo straniero che a bordo di una minicar e alla guida ubriaco ha investito madre e figlia di 10 anni morte sul marciapiede a San Leo. In quel caso il responsabile dell’incidente, un 50enne di origini rumene, è stato arrestato dalla Polizia Municipale di Arezzo. L’accusa di cui dovrà rispondere è: omicidio colposo plurimo aggravato dallo stato di ubriachezza.