Quasi un milione di danni l’anno: cinghiali & co. fanno a pezzi le colture

Sono 80mila gli ungulati sul territorio, il doppio del normale. Marcelli (Coldiretti): serve una legge obiettivo

Cinghiali

Cinghiali

Arezzo, 8 ottobre 2015 - Quasi un milione di euro l’anno di danni e solo nella nostra provincia. Mille cinquecento euro al metro quadro di raccolto. Sono i disastri per opera dei cinghiali. Che moltiplicato per decine e decine di ettari di terreno coltivato, mettono gli agricoltori sul piede di guerra contro gli ungulati in generale, anche se nemico numero uno resta il cinghiale che distrugge interi raccolti.

Ma il rischio a volte è anche per la sicurezza delle persone, oltre che per l’intero ecosistema, con caprioli e daini che distruggono tutto il sottobosco essendo in sovrannumero. E’ un esercito da 70-80mila capi infatti quello degli ungulati presenti solo sul territorio provinciale, secondo gli addetti ai lavori il doppio di quelli che in realtà dovrebbero trovarsi in giro a pascolare. Con la conseguenza di centinaia di migliaia di euro di danni totali all’agricoltura registrati solo negli ultimi mesi.

«Il problema della presenza dei cinghiali resta grave - spiega Tulio Marcelli presidente di Coldiretti Arezzo e Toscana - siamo messi male. Adesso c’è il girasole da raccogliere, prima il problema ha riguardato l’uva, ma in generale la situazione è sempre tragica. La presenza degli ungulati sul nostro territorio è sempre rilevante ecco perchè ci aspettiamo dalla Regione una legge-obiettivo.

Unico modo per intervenire in maniera rilevante e ridurre il numero dei capi. In Toscana sono presenti circa 500mila ungulati, sono 70-80mila quelli presenti nella nostra provincia. Un numero che andrebbe ridotto almeno della metà».

Tradotto usare sul territorio squadre di cacciatori al cinghiale.

I danni maggiori che fanno cinghiali & co? «Riguardano campi coltivati a uva, cerali, girasole e mais - continua Tulio Marcelli - e comportano un aggravio economico per gli agricoltori.

Non solo per i danni effettuati da questi animali ma anche in termini di soldi da spendere in dissuasori vari, recinzioni e protezioni ai campi. Contenere il numero degli ungulati inoltre, ridurrebbe anche il pericolo per chi viaggia in macchina e per l’intero ecosistema.

GLI AMBIENTALISTI infatti devono sapere che cinghiali, ma anche caprioli e daini in sovrannumero, distruggono il sottobosco, creando problemi all’ambiente».

E oltre a spendere per i danni da ungulati, gli agricoltori ogni anno investono molti soldi anche in prevenzione e manodopera per installare reti e recinzioni.

E in altrettanta manovalanza che serve poi per controllare queste protezioni.