Aretini a Vinitaly fra aziende biologiche e indipendenti. Tutte le curiosità della fiera internazionale di Verona

Moretti della Tenuta Sette Ponti annuncia l'uscita del nuovo vino Vigna dell'impero da un vigneto del 1935. Baracchi reclama un percorso eno-turistico

vinitaly

vinitaly

Arezzo 27 marzo 2015 - IL FUTURO del vino? Il ritorno al passato. E’ questa la nuova tendenza dei produttori. Anzi, l’imperativo, annunciato in partenza e confermato al ritorno da Vinitaly. I figli riscoprono il valore della terra e riprendono in mano le aziende dei padri. I piccoli vignaioli credono a tal punto nei loro appezzamenti da curare l’intera filiera dal vitigno alla distribuzione. E anche i grandi puntano sulla vite autoctona ritorta e secolare rinata nuova vita. Come la Tenuta Setteponti, pluridecorata Gambero Rosso e Wine Spectator, che a Verona, dopo l'anteprima di sabato al palazzo della Gran Giardia a Verona, annuncia l’uscita del nuovo vino, Vigna dell’Impero, del 1935, sangiovese in purezza prodotto solo nelle annate più prestigiose: «Presenteremo il 2012 a maggio a New York» fa sapere Antonio Moretti.

Non è un caso quindi che negli oltre 91mila metri quadrati della fiera internazionale di Verona dove erano persenti circa cinquanta aziende aretine, si siano aggiunti, con successo, i padiglioni dedicati al biologico e al km zero. A Vintalybio presenti la tenuta di Vitereta e Mannucci Droandi. Al Vivit, che rappresenta il vino artigianale che esprime il sapore della terra in cui nasce, in uno stand di poco più di un metro quadrato, troviamo il cortonese Stefano Amerighi che con il suo Syrah 2010 si è appena messo in tasca i tre bicchieri Gambero Rosso. Camicia a quadri e capelli scarmigliati è qui, fuori del suo Consorzio, per rimarcare e difendere la vocazione del territorio cortonese. A pochi passi da lui Civettaja di Pratovecchio e Paterna. Agli stand della Fivi, federazione dei vignaioli indipendenti, i piccoli espongono a fianco dei grandi dell’enologia italiana, per Arezzo c’è Ettore Ciancico de La Salceta, vignaiolo della Setteponti.

Amano chiamarsi artigiani del vino e se lo conferma anche il sommelier Luca Martini, campione del mondo 2013 e fra i 100 personaggi più influenti nel mondo del vino secondo la «Wine power list», c’è da crederci. E’ allo stand del Borro di Ferragamo con lo chef Andrea Campani: «Il vino aretino – insiste Martini – spicca e compete per qualità nelle vette del mondo enologico». E lo confermano anche i sommelier della Strada del vino dallo stand della Camera di Commercio e del Consorzio Doc Cortona che propongono le etichette aretine abbinate alla promozione turistica. Il «pallino fisso» di Riccardo Baracchi che lancia la proposta di un percorso francescano da Chiusi a Cortona sulle tracce del santo e del vino. Abbinamento in musica è invece l’idea di Bartolini Baldelli dell’azienda Migliarina Montozzi che ha unito le sue due passioni nell’etichetta «il vinile». Il vino come arma di conquista di belle donne secondo il conte Borghini Baldovinetti. Ma una cosa è certa, dopo Verona tutte le strade portano al vino.

Silvia Bardi