Fiera a picco: tra vuoti e caldo operatori in fuga prima della fine. E' stata tra le edizioni peggiori

La kermesse frenata dal caldo. Il sindaco: collaterali che rilancino le vendite. L'assessore: "Promozione,migliore accoglienza, ridiscutiamo il Durc "

Visitatori alla Fiera di luglio

Visitatori alla Fiera di luglio

Arezzo, 5 luglio 2015 - E' la fiera sotto l'ombrello, non per la pioggia ma  parasole. Una Fiera a oltre 33 gradi, con gli espositori e i visitatori a difendersi dai colpi di calore che l'asfalto alimenta. Ma è anche la Fiera delle fughe anticipate, delle piazze smontate all'ora di pranzo della domenica. Una delle edizioni peggiori di sempre.

L'afflusso in centro è ridotto: succede spesso a luglio, la concorrenza delle spiagge e delle ferie nel weekend è ostico.. Ma va registrato. Ed è soporattutto la Fiera dai tanti vuoti tra gli espositori: vuoti che neanche gli spuntisti riescono a parare. Ci sono voragini (tra l'altro annunciate) sul Corso e tali restano.E la sensazione che una parte degli operatori forse nei mesi più critici, e luglio è uno di quelli, abbia delle alternative ai due giorni passati in città.

La domenica il trend non cambia: anzi peggiora. Ci sono zone dalle quali i camion cominciano anzitempo a ricaricare. E perfino proteste da parte degli operatori più motivati contro i colleghi che infilano con il camion Piazza Grande perfino all'ora di pranzo.

L’assessore Marcello Comanducci ha dato qualche indicazioni sulla Fiera. “Dobbiamo puntare su manifestazioni di questo tipo che portano ad Arezzo operatori culturali e quindi visitatori e turisti. Intendiamo collocarla in un progetto più vasto, ‘Arezzo Antiquaria’, che svilupperemo con investimenti destinati in modo particolare al web e ai social network. Interverremo anche sull’organizzazione della Fiera, in modo particolare qualità, controlli, aumento degli espositori e verifica della reale necessità del Durc”.

Lancia fiere tematiche, che ogni due o tre mesi aprano spazi a singoli settori, con operatori in arrivo anche da fuori. Parla di reinvestimento del suolo pubblico sulla promozione e in particolare su un rilancio della rete social e web che consenta di arrivare dappertutto.

E' anche la prima prìma Fiera antiquaria da sindaco di Alessandro Ghinelli, e non si sottrae a definire una sua ricetta per rilanciare la manifestazione.

Parola d’ordine? «Qualità: è sempre stata la cifra del nostro evento rispetto ai mercatini o alle altre occasioni nate dappertutto. E qui nel tempo abbiamo perso posizioni»

Come garantirla? «Con i controlli e facendo passare la nuova priorità: gli operatori si adegueranno».

Sì, ma all’ultimo diventa comunque un dentro o fuori... «Diciamo che non mi fa paura un’Antiquaria che perda qualche banco ma guadagni di serietà nell’offerta merceologica».

Idee? «Vorrei affiancare alla Fiera collaterali ma non di contorno: la Fiera è prima di tutto un mercato e ne va alimentata la natura commerciale» Quindi? «Intanto mi piacerebbe finalmente lanciare il deballage: la vendita all’impronta dai camion, in particolare per gli operatori»

E per la vendita più tradizionale? Mi piacerebbe organizzare aste: non chiamando le grandi case, ci mancherebbe, ma come un’alternativa al singolo banco. Prezzi di ingresso bassi, attrarre l’attenzione del collezionista e dell’acquirente, con i pezzi messi a disposizione liberamente dagli stessi operatori del mercato»

E per portare in città più visitatori? «Promozione, promozione, promozione. E’ la base, insieme alla Giostra, dell’immagine di Arezzo da affermare in Italia e fuori».