Martedì 23 Aprile 2024

Guerrina, nessuna traccia anche nel terzo lago. Il prete nigeriano, meta di un sms dal telefonino della donna, conferma: mai conosciuta

Ca' Raffaello si ribella ai padri congolesi: sui muri della canonica spunta la scritta "Night Club" SU LA NAZIONE IN EDICOLA

Le ricerche nel lago

Le ricerche nel lago

Arezzo, 27 novembre 2014 - Nessuna traccia di Guerrina anche nel terzo laghettoa. E il paese si ribella ai frati congolesi che hanno gestito la parrocchia di Ca’ Raffaello. Ieri, ignoti, armati di bomboletta rossa hanno scritto a caratteri cubitali sul muro della sala parrocchiale, le parole «Night Club», indicando con una freccia l’ingresso della chiesa. La scritta sulle mura di Ca' Raffaello Ma dopo il caso delle foto sexy inviate a padre Gratien Alabi da un’amica suora, la cronaca irrompe. Le ricerche nei laghi si sono concluse con il solito nulla di fatto: nessuna traccia di Guerrina Piscaglia. I carabinieri di Arezzo, Badia Tedalda e Sestino insieme ai sommozzatori Vigili del fuoco di Firenze hanno scandagliato per tutta la giornata lo specchio d’acqua a sei metri di profondità, senza trovare nemmeno una traccia o un indizio riconducibile alla casalinga scomparsa il primo maggio. E anche il telefonino della donna, che sembra (fino all’ultima attività di luglio) non si sia mai allontanato dalla zona.  Da quel telefonino il primo maggio era partito un sms importante per gli inquirenti: quello che recitava «Tu parli male di un uomo di Dio ma io sono scappata con il mio amoroso». Il messaggio era arrivato (per sbaglio) a un frate nigeriano, che vive a Roma e che della vicenda, ha affermato ieri a ‘Chi l’ha visto?’, non sapeva nulla. Aveva visto solo due volte Alabi, racconta, nel 2012 e quando il primo maggio gli era arrivato l’sms aveva creduto fosse stato un errore. Non sapeva neppure chi fosse il mittente: il nigeriano non aveva mai conosciuto Guerrina. E allora quel cellulare era davvero nelle mani del frate quel primo maggio e non in quelle di Guerrina?

Graziano intanto si rassegna a rimanere in Italia dopo che il tribunale del Riesame ha respinto il ricorso contro il divieto di espatrio imposto al frate presentato dal suo avvocato Luca Fanfani. Non si sa ancora se ci sia stata la derubricazione del reato da favoreggiamento a false dichiarazioni al Pm che era l'obiettivo minimo della difesa. Ma non inflluisce comunque sulla misura cautelare.

Non ci sono ancora le motivazioni, che saranno depositate entro sabato, ma si tratta di una sostanziale conferma dell'ordinanza a suo tempo emessa dal Gip Piergiorgio Ponticelli ad Arezzo.