Mercoledì 24 Aprile 2024

Alberghi, un altro anno in nero: meno turisti e meno camere vendute. Ma a Capodanno è il tutto esaurito

Boom per San Silvestro: tutti italiani, in genere coppie, gli anziani più lontani dal centro, gli altri nel cuore della città

La crisi degli alberghi

La crisi degli alberghi

Arezzo, 19 dicembre 2014 - Il boom che non ti aspetti. Tra le pieghe di un anno da dimenticare gli alberghi segnano quasi il tutto esaurito per San Silvestro. I dati vengono confermati dal presidente degli albergatori Gianni Fabbrini. "Sono tutti italiani, pochi arrivano con gruppi organizzati, in genere coppie o gruppetti di amici, gli anziani preferiscono strutture di periferia, gli altri il centro". Un boom che non arriva alla Fiera del 3 gennaio, partono prima, e non riguarda Natale, dalle camere spoglie come gli alberi in autunno.

Per il resto è un quadro da profondo rosso quello del 2014. Meno camere vendute, meno turisti a dormire e meno ricavi. Il 2014 è un anno all’insegna del meno anche per gli alberghi aretini, che rispetto al 2013 accusano una diminuzione del numero di camere vendute compresa nella forbice tra il -1 e il -2%. Lo conferma il primo bilancio stilato dalla Confcommercio sulla base dei dati forniti dalla strutture ricettive alberghiere di capoluogo e provincia. 151 in totale, di cui 19 nel comune di Arezzo, per un totale complessivo di 5.477 posti letto (1.803 ad Arezzo).

I prezzi medi di vendita delle camere sono rimasti stabili rispetto al 2013, con lievissime e quasi impercettibili oscillazioni al rialzo (+0,20/0,50%) , “ma non è una nota positiva”, dice Laura Lodone, “dal momento che dal 2011 ad oggi le tariffe medie da noi sono calate di 7 euro a camera, a fronte di aumenti costanti di tasse, tariffe e costi di gestione. Il problema è che Arezzo non è ancora una destinazione di grande appeal, purtroppo, e gli albergatori per pareggiare i conti ricorrono al prezzo come leva di marketing, non potendo fare leva sull’organizzazione del territorio”. Il risultato è che, stando ai dati di Trivago, mentre in Italia una camera d’albergo viene venduta mediamente a 144 euro (media calcolata su tutte le categorie), ad Arezzo la stessa camera è venduta a € 66,62. “Un divario enorme, che mette in luce la debolezza della nostra città. Significa che per venire da noi la gente è disposta a pagare al massimo quella cifra, mentre per andare in altre mete spende anche più del doppio. Sono considerazioni che gli amministratori dovrebbero valutare con attenzione quando parlano di turismo”. La scarsa appetibilità turistica della destinazione Arezzo è dimostrata anche da altri dati messi in luce dall’indagine di Confcommercio: “giugno si è chiuso quest’anno con uno sconfortante -10,13% di camere vendute. Sconfortante perché finora era il mese più gettonato dai turisti stranieri che visitano la nostra provincia, vista anche la coincidenza con le vacanze di Pentecoste”. C’è poi l’indice di doppia occupazione, ovvero il numero medio di persone che dormono in ogni camera venduta. “Stando ai dati parziali in nostro possesso, fra gennaio e fine novembre 2014 l’indice è sceso a 1,48 nel capoluogo”, dice Laura Lodone, “vuol dire che le camere vengono occupate per lo più da clienti business che dormono da soli. Per fare un confronto, nelle città davvero turistiche l’indice arriva a toccare l’1,85”. Una buona notizia, tuttavia, c’è: nella composizione del Pil provinciale, dove tutti i settori si sono ridimensionati, il Pil garantito dal turismo nel 2014 continua a tenere. “Nel senso che non va peggio di prima”, dichiara con ironia la responsabile della Confcommercio, “ma ci sarebbero margini di miglioramento enormi, se solo ci fosse la volontà politica di puntare davvero sul turismo come un’attività economica. Non ci manca nulla per sfondare sul mercato turistico, ma essere belli oggi non basta: si deve essere organizzati a livello territoriale, nella rete tra pubblico e privato ”.