Aggredita con l'alcol e il fuoco dal compagno: è morta dopo un mese. Lui ora è accusato di omicidio

La fuga in via Mecenate e i primi soccorsi portati da un barista: ma Maria Marin, 49 anni, non si è mai ripresa dalle conseguenze delle ferite SU LA NAZIONE IN EDICOLA OGGI

il barista che ha soccorso la rumena, Leonardo Mastrascusa

il barista che ha soccorso la rumena, Leonardo Mastrascusa

Arezzo, 19 ottobre 2014 - Si è arresa. Si è arresa dopo oltre un mese, segnata dalle ferite che il suo compagno le aveva aperto nel corpo con il fuoco. Si è arresa ed è morta nel centro grandi ustionati di Genova. Ci ha messo un mese e dieci giorni a morire Maria Marin, 49 anni, rumena senza tetto né legge. Ed il suo compagno, clochard e rumeno, Gueran Bunomi, resta in carcere e con un'accusa pesantissima: omicidio volontario e non più tentato omicidio. Maria era stata aggredita in via Duccio di Buoninsegna, spruzzata con l’alcool di una bottigliette da farmacia cui il compagno appiccò il fuoco, trasformandola in una torcia umana. Lei corse in un bar, il “Capolinea”, di viale Mecenate. E fu il titolare Leonardo Mastrascusa, a prestarle le prime cure: le gettò addosso dell’acqua e chiamò il 118. Poi la corsa al San Donato e il volo in elicottero fino al centro di Genova. Da allora la rumena non si è più ripresa, si è spenta lentamente. Guerain fu rintracciato dai carabinieri nella tarda sera di quel giovedì 11 settembre. Che negò tutto, dicendo anzi di averla voluta aiutare. Maria e Gueran Bunomi vivevano in una capanna in zona Esselunga e frequentavano la mensa Caritas di piazza Giotto.