Addio profughi a Badia Prataglia: dopo "Mafia Capitale" la Domus non chiede la proroga del bando

Le intercettazioni disegnavano una forma di spartizione dei richiedenti asilo: nessun indagato nella Domus ma nei fatti arriva la frenata. La delusione dell'albergatore SU LA NAZIONE DI OGGI

La protesta di Badia Prataglia

La protesta di Badia Prataglia

Arezzo, 4 gennaio 2015 - Addio ai cento profughi a Badia Prataglia: il bando è decaduto. Gli abitanti vincono, l'albergo perde. Tutto ebbe inizio alcuni mesi fa quando la Prefettura ad Arezzo mise a bando la possibilità di accoglliere un numero definito di richiedenti asilo. Ad aggiudicarsi la gara fu la Domus Caritatis che già da molti anni opera nel settore. Stretto un pre accordo con l’hotel Belvedere, era già tutto pronto per accogliere i primi profughi, poi l'inizio della rivolta. Dal tavolo sulla sicurezza uscì la decisione di accogliere non più di 25 migranti. Poi l’inchiesta «mafia capitale» ha fatto ilresto: seppur indirettamente ha cambiato le carte in tavola. Nelle intercettazioni telefoniche anche un colloquio tra Buzzi e un dirigente della Domus, nel quale emergeva un sistema «50\50» per la spartizione dei richiedenti asilo. La Domus e i suoi dirigenti non sono indagati e di Arezzo non c’è traccia nelle intercettazioni, ma di sicuro lo sciame sismico si sarà sentito. Il 31 dicembre, data limite per richiedere la proroga del bando per il 2015, non si è fatto sentire nessuno. E la storia si chiude. A rimetterci è Paolo Mulinacci, il proprietario della pensione Bellavista. «Di ufficilale non ho ricevuto nulla ma credo che tutto sia andato a farsi friggere. Avevo un contratto fino alla fine dell’anno che per essere valido aveva bisogno di una ratifica mai arrivata. Nei miei confronti quelli della Domus sono stati corretti, hanno fatto lavori ed iniziato a portare cose nell’albergo. Ora l’unica cosa che posso fare è inventarmi nuovamente qualcosa».