Acqua, rivolta contro la cauzione: "Una scelta immorale". Camera di Commercio, artigiani, industriali e commercianti bocciano la "gabella". E il sindaco spara su facebook

Intanto davanti alla diffida di sindacato e consumatori, l'ente accetta il confronto e apre le porte al dialogo. Ma le prime bollette sono già partite. Tre mesi di consumi 2013 da versare in due tranche SU LA NAZIONE DI OGGI PARLA L'AMMINISTRATORE DI NUOVE ACQUE

Sereni

Sereni

Arezzo, 23 luglio 2014 - La stangata di luglio andrà avanti. Ma certo la cauzione che Nuove Acque ha deciso di piazzare a tutti gli utenti per coprire tutti i rischi derivanti dalla morosità ha sollevato una vera e propria bufera. Il sindaco due giorni dopo l'anatema spara a palle incatenate su facebook. "Ai vertici di Nuove Acque: ogni aumento di tariffa, comunque motivato, è inammissibile. Se vi saranno aumento vi sarà una sollevazione di massa". E i primi a sollevarsi sono stati i big dell'economia, categorie in testa. E bocciano l'idea come una vergogna. La motivazione è più o meno la stessa. L'ennesimo affossamento dei consumi. E insieme l'ombrello con il quale l'impresa scaccia il rischio e lo fa pagare alla gente. Intollerabiole per tutti: e in testa per gli imprenditori. Dal presidente della Camera di Commercio Andrea Sereni al presidente degli industriali Andrea Fabianelli, dal presidente di Confartigianato Ferrer Vannetti a quello di Cna Valter Bondi al direttore dell'Ascom Franco Marinoni. Vannetti bolla come "immorale" la scelta fatta da Nuove Acque. E tutti chiedono a Nuove Acque di ripensarci, confrontarsi, fare dietrofront. Nel timore che anche questo possa contribuire a togliere serenità alle famiglie oltre che la voglia di spendere. Tutto perfettamente legale, sia chiaro: è stata l’autorità per l’enegia elettrica, il gas e il sistema idrico a dare il via libera. Ha servito agli enti gestori la possibilità di imporre quel deposito. Sospendere la delibera di Nuove Acque. Lo chiedono chiedono Cgil e Federconsumatori con una lettera diretta al presidente di Nuove Acque, Paolo Nannini, e all’amministratore delgato Francesca Menabuoni. E la società in tempo reale risponde col presidente Paolo Nannini. «Siamo disponibili ad un confronto su questo e su altre tematiche: già dai prossimi giorni, alla presenza dei vertici della società. Comunque il provvedimento è stato soggetto, come consuetudine dell’Autorità, all’iter di consultazione pubblica propedeutico alla delibera definitiva di applicazione». Davanti ad una lettera che ha il sapore della diffida. «Vi diffidiamo dalla sua applicazione in attesa di una nuova definizione che chiediamo di poter discutere in un incontro urgente». Che è poi quello già concesso dalla società. «Vorremmo definire la materia preventivamente anziché ricorrere ad azioni di contrasto che ci vedremo costretti ad attuare se dovessero pervenire le bollette». E' la prima allusione trasparente ai ricorsi in arrivo. Ma intanto le bollette sono partite. Bollette double face. Da una parte la restituzione dell’anticipo sui consumi che ogni utente ha versato a suo tempo. In genere 25 euro. La somma totale è stimata in due milioni e mezzo, soldo più soldo meno: e su questa cifra sono tutti d’accordo. 

Di là c’è il deposito cauzionale: e qui i numeri sono in un frullatore. Secondo le stime della Federconsumatori il peso sarà di circa dieci milioni, con una differenza di circa 7 rispetto alla somma che verrebbe restituita. Per Nuove Acque la stima è circa della metà: vogliamo dire 5 milioni, cinque milioni e mezzo? Diciamolo. La differenza in un caso è che ogni utente avrebbe una stangata di 20 euro e nel secondo dai 55 ai 60 euro.   Anche il livello è stato scelto al massimo in base alla delibera dell'Autorithy.Tre mesi di consumi dell’anno precedente. «Ma è l’unico modo — spiega Francesca Menabuoni — per poter garantire investimenti, spese, migliorie del servizio«. Chi non paga le bollette è moroso. Gli altri versano una cauzione paracadute. In due tranche, la prima a luglio. Somma che sarà restituita: ma quando? Alla chiusura del contratto, cioè quasi mai considerando che i contratti spesso passano di padre in figlio. Non paga chi passa alla domiciliazione bancaria. Non paga chi ha un reddito Isee sotto 8.030 euro.