Accoglienza profughi, la mappa: la maggior parte sono nel capoluogo e nei piccoli centri

Oltre 200 in città ma sono appena lo 0,2, della popolazione

PROFUGHI Sono 444 quelli accolti in provincia di Arezzo: solo cinque i posti residui, sempre che non si trovino nuove collocazioniRADAELLI -Monza emergenza profughi

PROFUGHI Sono 444 quelli accolti in provincia di Arezzo: solo cinque i posti residui, sempre che non si trovino nuove collocazioniRADAELLI -Monza emergenza profughi

Arezzo, 7 luglio 2015 - Da ogni parte dell'Africa arrivano con il loro carico di speranze e dolore. Sono i migranti ospitati in provincia di Arezzo, in totale 444 su una popolazione di circa trecentomila abitanti. I dati sono quelli ufficiali della Prefettura di Arezzo. Una percentuale da prefisso telefonico quella ospitata sul territorio aretino, nonostante le polemiche e i dibattiti che si susseguono, dalla campagna elettorale in poi. È Arezzo la città nella quale sono ospitate più persone, 220 suddivisi nei vari centri di accoglienza o strutture gestite da cooperative, associazioni ed enti benefici, si va dalla Caritas a Oxfam alla Fraternita dei Laici.

Il calcolo in percentuale arriva a sfiorare lo 0,2% sul totale degli aretini. Se il capoluogo è, anche per questioni logistiche, il posto dove viene ospitato il maggior numero di persone, nella distribuzione del numero dei migranti non si può fare a meno di notare che sono i piccoli centri, specie quelli di montagna, ad assorbire il carico maggiore mentre ci sono intere città, anche piuttosto grandi, non hanno nessuna persona in carico.

Emblematico il caso di Montemignaio, che a fronte di una popolazione che non arriva ai seicento abitanti (585 per gli amanti della precisione), ospita 28 migranti, quasi il 5% della popolazione. A fronte di ciò, a San Giovanni ci sono soltanto 6 migranti attualmente nelle strutture di accoglienza, su una popolazione di oltre 17 mila persone. Ma non è l’unico caso. Ad esempio, a Badia Tedalda in questo momento le strutture stanno ospitando 31 migranti, mentre a Chitignano ce ne sono 26 e a Sestino 12. In tutti questi posti il numero di abitanti supera a malapena il migliaio, quando lo supera, e quindi, in rapporto alla popolazione, in questo momento si tratta di comuni che stanno accogliendo percentuali maggiori di quanto non accada in comuni più grandi.

Mancano totalmente all’appello comuni come Bucine o Monte San Savino, solo per fare alcune esempi, mentre a Capolona, Foiano, Castiglion Fibocchi, Monterchi si va dai 4 ai 14 migranti ospitati.Le zone di montagna, inoltre, sono quelle nelle quali l’accoglienza è stata allestita nelle strutture alberghiere, tra Montemignaio e Chitighano 54 migranti risiedono in un hotel, «Il canto del fuoco». Anche a Castiglion Fiorentino, per ospitare 20 persone, si è fatto ricorso alle strutture alberghiere. Ed è proprio a Castiglion Fiorentino che si registra l’unico vero caso di sovraffollamento che si registra in tutta la Provincia.

In una delle strutture gestite dalla Fraternita del Laici, a fronte di una capienza di 12 persone ne sono ospitate 26, il saldo sulla bilancia pende dunque dalla parte dei numeri negativi.In aggiunta a questo, c’è qualche altro caso ad Arezzo, dove in totale si registrano 6 persone in più, con un eccesso per struttura che comunque non va oltre le due unità.Ecco, un discorso a parte va fatto sulla questione della capienza.

I dati forniti dalla Prefettura parlano di una capienza pari a 450 persone a fronte, come già detto, di 444 migranti ospitati. Complessivamente, dunque, la capienza è arrivata al limite, anche se non dappertutto. Ad esempio, sempre come da dati della Prefettura, a Sansepolcro c’è spazio ancora per ospitare 8 persone, che è poi il numero di migranti che arriverà in città in settimana, come reso noto dallo stesso sindaco Frullani in una lettera aperta. A Subbiano, inoltre, a fronte di una capienza dichiarata di 5 posti non è stato ospitato ancora nessuno.

Fin qui i numeri. Dietro di loro è nasconta un’umanità intera che tenta di trovare la sua strada provando ad attraversare il mare, quel Mediterraneo ormai senza pace, sconvolto da tragedie che si susseguono con una cadenza impressionante, lottando contro la fame, la fatica, il dolore e l’abbandono e in più di qualche caso, una volta arrivati, la diffidenza e il rifiuto.