{{IMG_SX}}Arezzo, 27 dicembre 2008 - E’ il tragico Natale della caccia. Due morti in quarantotto ore, sempre nei boschi del Casentino. Dopo il dramma di martedì sera nel parco nazionale, altro sangue nel mattino di Natale. E’ morto Bruno Celli, 74 anni, di Firenze, colpito in pieno volto dal proiettile esploso per sbaglio dal nipote.

 

Erano le 9,40 circa in un bosco sulla Consuma, comune di Castel San Niccolò, e nonno nipote erano impegnati in una battuta di caccia al cinghiale. Di solito è una caccia che si fa a squadre, con un nutrito numero di cacciatori. Ma i due la praticavano nella cosiddetta ’zona bianca’, ovvero in un’area non vocata per la gestione del cinghiale in battuta. Lì si caccia senza squadra, si può fare ed è quello che nonno e nipote stavano appunto facendo.

 

Il giovane, sconvolto per l’accaduto, ha ricostruito in modo sommario gli avvenimenti. Ma la dinamica, più o o meno, dovrebbe essere andata in questo modo. I due sono relativamente distanti, circa quaranta metri, pronti a sparare sul cinghiale. Il nipote sente un rumore, guarda da quella parte, vede muoversi le fronde e spara.
Anche la cattiva sorte ci mette una robusta zampa. Il proiettile, infatti, centra in pieno il nonno. Proprio in mezzo al volto. La vittima emette un lamento strozzato ma il colpo è letale e la morte sopraggiunge nel giro di pochi istanti.

 

E’ veramente un dramma quello che succede nel bosco. Il nipote si accorge di quanto è successo, corre a perdifiato verso il nonno, spera che la fucilata lo abbia preso di striscio, spera che non si accaduto nulla di irreparabile. Ma quando arriva, stremato, davanti al nonno, capisce che non c’è più niente da fare. Disperato, chiama subito i soccorsi che arrivano celermente. Ci sono le ambulanze del 118 in partenza dall’ospedale di Bibbiena, arriva la Guardia Forestale, si precipitano sul posto anche i carabinieri ai quali spetta il compito di ricostruire nei minimi particolari ciò che è esattamente accaduto.

 

Il corpo di Bruno Celli è stato ricomposto e trasportato verso Bibbiena. Il nipote, sotto choc, è stato preso sotto cura dai medici che gli hanno somministrato tranquillanti, anche se il ricordo di questa cacia tragica resta ovviamente indelebile.

 

Del caso è stata subito informata la procura della Repubblica di Arezzo che come atto dovuto ha iscritto sul registro degli indagati il nipote della vittima, con l’ipotesi di accusa di omicidio colposo, uno strascico giudiziario inevitabile in casi come questi. Già oggi, a Firenze, si dovrebbero svolgere i funerali di Bruno Celli.