{{IMG_SX}}Arezzo, 2 ottobre 2008 - Protestano, si lamentano, ma nel 2009 perlomeno saranno meno soli. Nel senso che a fianco di chi in Sant’Agostino ci vive o ci tiene aperto il suo negozio ci saranno gli operai incaricati del rifacimento della piazza, il 'principale intervento dell’anno nel settore dei lavori pubblici', come lo annuncia l’assessore Franco Dringoli.

 


Ormai per il progetto siamo in dirittura finale, dopo un tappone dolomitico partito da un concorso di idee fra architetti, un confronto con i residenti e i commercianti e persino un ricorso al Tar. Presentato appunto dall’ordine degli architetti dopo che il Comune aveva scelto di non basarsi sul lavoro di un singolo progettista ma di prendere il meglio da ciascuno. "Ma il tribunale amministrativo - spiega Dringoli - ha bocciato sia la richiesta di sospensiva che il merito. Avevamo ragione noi, era un semplice concorso di idee, senza che il Comune si fosse impegnato ad attuare il piano vincitore. D’altronde, a nostro giudizio, nessuno dei lavori ha colto fino in fondo il tema fondamentale, quello della ricucitura fra i vari pezzi di Sant’Agostino. Abbiamo dovuto rielaborarlo prendendo qualcosa da ognuno degli architetti partecipanti".

 

Polemiche del passato: ora quel che conta è che Palazzo Cavallo conta di avere per metà novembre il progetto definitivo, dopodichè si passerà all’esecutivo. L’obiettivo è accedere al finanziamento della Cassa Depositi e Prestiti entro l’anno. In modo da poter cominciare i lavori a primavera. Tempo previsto dodici mesi: nel 2010 la nuova Sant’Agostino dovrebbe già aver preso forma. In che modo il cantiere conta di andare incontro alle richieste di sicurezza e tolleranza zero che salgono dalla piazza? "Il problema della zona - è la diagnosi di Dringoli - non riguarda soltanto la riqualificazione strutturale o il traffico. Sant’Agostino così come è adesso, una piazza che in pratica ne contiene tre o quattro nascoste l’una all’altra, diventa un punto di ritrovo ideale per marginali e traffici illeciti. Di quegli spazi ora separati dobbiamo tornare a fare una piazza unica, in modo che non ci siano la balaustra, la galleria, il sagrato della chiesa, il parcheggio che diventano ciascuno un luogo in cui tutto è permesso perchè nessuno riesce a controllare l’insieme con un colpo d’occhio".

 


Uno dei punti più critici segnalati da chi protesta è ad esempio la galleria che collega Sant’Agostino con via de’ Mannini. Lì, adesso, persino gli abitanti hanno paura ad avventurarsi dopo una certa ora, perchè è il luogo in cui si danno appuntamento spacciatori e clienti. Con l’inevitabile seguito di urla e risse che giungono fino alla balaustra. Invece, spiega l’assessore, nella nuova piazza si accederà direttamente alla galleria da una scalinata collegata al cuore di Sant’Agostino. Non più un angolo buio, insomma, ma una parte di uno spazio unico e vivibile. Tra gli altri elementi principali del progetto che si sta mettendo a punto, d’intesa anche con la sovrintendenza ("A patto - dice Dringoli - che ci sia un interlocutore stabile"), la riscoperta dell’elemento fontana al centro della piazza (era uno dei simboli della Sant’Agostino d’antan, e il recupero del vecchio mercato del pesce, dove cinquant’anni fa c’erano i lavatoi pubblici. Anche il mercato giornaliero, che si punta a stabilizzare e migliorare, diventerà un elemento di ricucitura e riqualificazione. Di giorno i banchi degli ambulanti, di notte un’illuminazione forte su uno spazio unico. Basterà ad evitare che col buio Sant’Agostino diventi il teatro dello spaccio, delle risse e degli ubriachi?