{{IMG_SX}}Arezzo, 18 luglio 2008 - Via i vecchi reparti, al San Donato arrivano 'i posti letto di area'. E’ una rivoluzione culturale, quella che sta per investire la sanità regionale e quella aretina, una rivoluzione che ha già sollevato polemiche durante la presentazione del piano triennale e che, è certo, diventerà oggetto di mille dibattiti. Il 'libro bianco' della sanità toscana offre indicazioni sui cambiamenti, che investiranno l’Usl8 e chiarisce come questi modificheranno i modelli organizzativi. Per il momento trapelano solo alcuni, ma significativi dettagli.

 


Il primo cataclisma investirà gli ospedali e metterà in subbuglio strutture, a cui i cittadini facevano riferimento da decenni. Saranno chiusi, anzi trasformati i vecchi reparti, non ci sarà più il reparto di chirurgia o di otorino, ci saranno invece 'le aree' o meglio i 'posti letto di area', che consentiranno di curare e tenere sotto osservazione il paziente che ha subito un intervento chirurgico assieme a quello che ha necessità totalmente diverse e magari non passerà mai in sala operatoria. La logica è questa: i malati saranno valutati e dislocati nell’ospedale in funzione dei livelli di assistenza, di cui abbisognano.

 


Tutto questo ha un senso, affermano gli esperti regionali: per soddisfare le esigenze del paziente sarà utilizzato un numero più o meno alto di infermieri con 'laurea breve', che diventano così un punto di riferimento importante dell’area. C’è da credere che una simile scelta modificherà non poco gli assetti e i meccanismi di funzionamento del San Donato. Già si percepiscono voci di dissenso, che si alzano dall’ambiente medico e che mostrano dubbi sulla funzionalità del sistema.

 

Diabete, ipertensione, scompensi cardiaci: sono questi alcuni esempi di malattie croniche, che fino ad ora erano curate secondo quella che i tecnici chiamano 'sanità d’attesa': d’ora in poi le cose cambieranno, spiegano gli esperti, ogni potenziale paziente avrà un libretto personale nel quale saranno indicate terapie, controlli, eventuali problemi. Un nuovo servizio composto da circa 70 figure professionali si prenderà cura di seguire, passo dopo passo, gli ammalati cronici e si farà carico delle loro difficoltà per evitare situazioni critiche, che impongono il ricovero. Una strategia, questa che comporta costi stimati, per l’area aretina, in circa 2.150.000 euro.

 


Cambia l’approccio alla cura per i cosidetti 'cronici', che saranno consigliati a mantenere un corretto stile di vita. Una nuova figura sarà presente anche al pronto soccorso del San Donato. Il piano prevede che nella fase di accoglienza, una presenza professionale qualificata si faccia carico dei problemi immediati del paziente: cercherà di tranquillizzarlo, di aiutarlo, magari, se è richiesto di fare telefonate ai parenti. Tutto questo, senza distogliere i medici dai compiti più impellenti.