{{IMG_SX}}Arezzo, 28 aprile 2008 - La salvezza sembrava lì, a pochi metri da un campo di grano. Maurizio Pallacordi, pilota esperto e istruttore di volo di Roma, sapeva come fronteggiare le emergenze. Sapeva che con un motore in avaria bisogna spegnere i comandi perché il carburante prende fuoco nell’impatto con il suolo. Sapeva che appena il giorno prima, nella vicina Castiglion del Lago, un ultraleggero con due modenesi aveva preso un’imbarcata di vento precipitando nell’ex aeroporto militare Eleuteri, a ridosso della strada statale. Qui si svolge ogni anno il Meeting di primavera, frequentatissima rassegna di aviazione sportiva (1.500 i partecipanti stavolta), sabato scorso segnata da un vento micidiale. Ma i due modenesi, Mauro Meschieri e Simone Silvestri, l’hanno scampata. Non così Pallacordi, decollato da Castiglion del Lago, e il suo compagno di avventura, Eugenio Giampietro, pisano.



Pallacordi non poteva sapere che il campo di grano è attraversato da tralicci della linea telefonica, con robusti cavi neri. Li ha visti all’ultimo momento, quando ormai era in planata leggera, da sud verso nord, nella parte meridionale della Valdichiana aretina, proprio sotto la maestosa e incombente Cortona. Ha cercato di evitarli e ce l’ha fatta. "Ha spinto i flap verso l’alto", spiega un vigile del fuoco reduce da un’accurata ricognizione della carcassa dell’ultraleggero. Il velivolo si è impennato e ha scansato i cavi, diventando incontrollabile.



Il resto è un flash che si brucia in un secondo: il muso all’ingiù e il piccolo aereo che si pianta sul terreno e si spacca in due. Pallacordi, 58 anni, è morto sul colpo e con lui Giampietro, 50, promotore finanziario e dirigente dell’Aeroclub volovelistico toscano a Lucca. Il velivolo era nuovo di pacca: un Samba di fabbricazione ceka, bimotore Rotax, appena cinquanta ore di volo. L’unico a vederlo in picchiata è stato un barista di Camucia, Rossano Mencacci, che possiede un piccolo fabbricato agricolo ai margini del campo coltivato, località San Marco in Villa. Erano le tredici in punto quando ha levato gli occhi al cielo per assistere al dramma. Nessun altro, lì intorno, s’è accorto dell’incidente. Almeno fino a quando, avvertiti da Mencacci, sono arrivati vigili del fuoco e ambulanze a sirene spiegate. Tutti a precipizio per tentare soccorsi d’emergenza, ormai inutili.



La carcassa del Samba, di un bianco immacolato luccicante sotto il sole, conteneva il corpo senza vita di Pallacordi; fuori dall’abitacolo, sbalzato nell’impatto a qualche metro di distanza, quello di Giampietro. Casualità vuole che il pilota romano fosse istruttore di volo ad Anguillara Sabazia, nell’hinterland capitolino: la stessa località in cui insegnava a guidare velicoli Umberto Cherubini, 45 anni, fratello del cantante Jovanotti, che lo scorso ottobre si schiantò con il suo ultraleggero nelle campagne di Latina. Forse a causa del forte vento di tramontana.