L’invasione dell'antica Perugia

Il commento

Perugia, 25 maggio 2016 - L’Antica Perugia ha una conformazione particolare: ripidi saliscendi, strade strette, scalette ovunque e, di fatto, assenza di grandi spazi all’aperto. Sicché il dibattito in città si infiamma su una domanda: può un simile «contenitore» ospitare grandi eventi che richiamano mega-palchi, giganteschi backstage e decine di migliaia di persone? Il confronto si è riacceso con il concertone di Radio Subasio, che ha portato in piazza IV Novembre e dintorni i big della musica e almeno trentamila fans. Ma il discorso vale anche per altri kolossal, come Umbria Jazz ed Eurochocolate.

I favorevoli al centro-palcoscenico puntano su tre fattori: simili eventi rivitalizzano l’acropoli che era diventata sede stabile di balordi e spacciatori, hanno un grande ritorno di immagine sull’opinione pubblica e, dato non certo trascurabile, portano tanti soldi a commercianti e albergatori della città antica. Inoltre, i fautori del sì aggiungono un’altra tesi a sostegno: il centro di Perugia ha dimostrato di saper reggere l’urto dei grandi afflussi di persone.

Chi si schiera per il no, invece, parte dal presupposto che maxi-eventi da decine di migliaia di persone sono troppo invasivi, insostenibili per l’acropoli e i suoi monumenti delicati, a partire dalla Fontana Maggiore. La scelta giusta, dicono, sarebbe spostare le kermesse colossali in aree più ampie e attrezzate, come l’arena di Santa Giuliana o Pian di Massiano. Pigiano poi sui tasti dei disagi per i residenti, sulla difficoltà dei soccorsi in caso di situazioni di emergenza e dunque sui rischi per la sicurezza. Dove sta la verità? I fatti, sinora, hanno dato ragione a chi dice sì, perché i grandi eventi – a parte le inevitabili proteste – sono filati via lisci. Ma il confronto resta aperto. E serrato.