Allarme ebola, più sicurezze

Il direttore de La Nazione risponde ai lettori

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

Firenze, 30 ottobre 2014 - Caro direttore, forse l’allarme Ebola è eccessivo, il virus non arriverà con gli immigrati dei barconi della speranza nè con le navi che attraccano ai nostri porti. Però la storia insegna che è meglio non fidarsi. E quindi mi domando: ma davvero i commerci via mare sono indispensabili? Abbiamo davvero bisogno di banane africane?

Loretta Nigi, via mail

Che il virus possa arrivare con i barconi degli immigrati, mi sentirei di escluderlo. Quello è l’unico controllo del quale possiamo fidarci a 360 gradi, dal momento che gli esami per verificare la presenza della malattia sono rapidi e che nessuno dei clandestini sfugge ai primi accertamenti. Il pericolo, semmai, può arrivare con altri mezzi e da altre regioni. Tuttavia, fra le tante fragilità del nostro Paese, escluderei quella dei filtri sanitari. Il sistema italiano, ampiamente collaudato, ha sempre tenuto di fronte all’impatto con le emergenze del nostro tempo. Siamo i primi a denunciare le insufficienze della sanità italiana, i ritardi, le lunghe attese e gli sprechi, ma sotto il profilo della prevenzione di massa, dobbiamo anche riconoscere che i medici e gli infermieri hanno sempre risposto con preparazione e precisione scientifica. E se dovesse capitare che un malato di Ebola entri sul territorio italiano, la macchina dei controlli è in grado di individuarlo e bloccare in tempo il contagio. Fra le tante insicurezze - e con tutte le cautele del caso - da questo punto di vista possiamo stare tranquilli.