5 Stelle e la penale, mostruosità giuridica

9 febbraio 2016, Il Movimento 5 Stelle, sicuramente libertario ancorché controverso o irritante per molti, contraddice se stesso, ma anche Costituzione e codici, quando pretende di vincolare i suoi candidati ed eletti alle amministrative di Roma al rispetto di specifici "principi etici", con una penale di 150mila euro in caso di violazione.

Stupisce, intanto, la contraddizione in termini di una penale, contrattuale o associativa, da violazione di un codice etico: si mescolano capre e cavoli. Ma meraviglia, soprattutto, la pretesa di poter sanzionare con penale risarcitoria la violazione di vincolo di mandato. Vincolo illibertario perché illiberale, censurabile non solo eticamente e politicamente, ma anche giuridicamente.

Spieghiamoci. La pattuizione di un vincolo di mandato volto a obbligare giuridicamente l’eletto a votare in un certo modo, e penalizzandolo altrimenti, è nulla per illiceità, o quantomeno per contrarietà all’«ordine pubblico», per violazione di un principio generale, addirittura specificamente ribadito dalla Costituzione per i parlamentari: che «rappresentano la Nazione» ed «esercitano le funzioni senza vincolo di mandato» (art. 67).

Singolare, poi, un vincolo neppure verso gli elettori, ma verso un partito, e anzi un mero movimento.

Ma non basta. Quel mostruoso risarcimento forfetario andrebbe a ristorare il "danno all’immagine" al M5S. Sembra una elucubrazione da azzeccagarbugli improbabile che lede – essa sì! – quella "immagine".

Politicamente, dunque, un autogol da esuberanza; giuridicamente, un errore da parte di un movimento che ha pregi e meriti, accanto alle ombre. Perché, attenzione. L’intento politico potrebbe essere nobile, ma se tradotto in obbligazioni pattizie sembra – giuridicamente – parente del voto di scambio. Talune libertà sono indisponibili, e i contratti che le vincolano sono nulli. Non ci si può impegnare a votare in un certo modo, incorrendo altrimenti in penalizzazioni che coartano quella libertà. La sanzione può essere solo politica. Si può essere espulsi dal partito, ma non obbligati a pagare i danni. Simili contratti, neppure se fatti con gli elettori, possono vincolare. Figuriamoci se fatti con gli eletti.

Dicono le Scritture che bisogna essere furbi come serpenti ma candidi come colombe. Non viceversa.