Perugia, 20 ottobre 2009 - Atti di terrorismo realizzati da singoli - come accaduto a Milano - o da piccole cellule nell’ambito del sistema operativo propugnato dalla jihad globale: un modello di ‘terrorismo diffuso’. Dove tutti possono immolarsi in nome di Allah. A Ponte Felcino, in una stanza adibita a moschea, e spacciata per associazione culturale, era stata allestita una vera e propria 'scuola di terrorismo'.

 

E’ quanto ha sancito - per la prima volta in Italia - la sentenza della Corte d’assise di Perugia che ha condannato a sei anni di reclusione il sedicente imam marocchino Mostapha El Korchi e a 4 e 3 anni e 6 mesi i ‘custodi’: Mohamed El Jari e Safika Driss, entrambi suoi connazionali. Dopo appena un’ora e mezzo di camera di consiglio i giudici (presidente Aldo Criscuolo, a latere Carla Giangamboni) hanno accolto le richieste della procura, mitigando leggermente le pene. Il pubblico ministero Sergio Sottani (che ha ereditato l’indagine dal collega Alessandro Cannevale) aveva sollecitato 6 anni per El Korchi e rispettivamente 5 e 4 per i presunti gregari. I giudici hanno riconosciuto a Driss e a El Jari le attenuanti generiche. La Corte ha anche disposto che gli imputati vengano espulsi una volta espiata la pena.

 

"Subiamo un verdetto ingiusto ma accettiamo la volontà di Dio" è il commento a caldo di El Korchi. Di "sentenza ingiusta ma attesa" parla il suo difensore, l’avvocato Carlo Corbucci. In lacrime la moglie dell’imam rimasta a vivere a Ponte Felcino con i tre figli piccoli. "Mio marito non ha fatto niente, non è un terrorista gli attentati devono essere condannati, ma lui non c’entra" dice.

 

Nella requisitoria il pubblico ministero aveva sottolineato come nel luogo di culto si insegnasse in realtà a preparare esplosivi (nella cantina di El Korchi erano state sequestrate sostanze chimiche che, se assemblate potevano servire per fabbricare una bomba) e veleni, a combattere corpo a corpo, a preparare attentati. Tutto rigorosamente su internet, dove viaggia la filosofia jihadista del nuovo millennio e dove i gregari inneggiavano al massacro dei militari americani nelle zone di conflitto e dove insegnavano, anche ai bambini, l’odio contro i 'miscredenti cristiani'.


Il reato di addestramento era stato introdotto nel 2005 in seguito agli attentati alla metropolitana di Londra che punisce non solo chi commette gli atti terroristici ma anche chi addestra i ‘militanti’. Il pm ha ripercorso l’indagine svolta dalla sezione antiterrorismo della Digos e avviata in seguito alla scoperta dei rapporti tra El Korchi e Mounir Ben Abdelaziz Ouechtati - un tunisino a sua volta in contatto con personaggi ‘sorvegliati’ a Falluja dalle forze della Coalizione - e con un’utenza segnalata dalla polizia belga come riconducibile al Gruppo islamico combattente marocchino.

 

Le cimici piazzate dagli investigatori nella moschea e sui computer dell’imam hanno poi documentato che l’attività di addestramento passava attraverso la visione e lo studio di una mole impressionante di materiale su internet (ventimila documenti in una settimana) scaricato da siti protetti con il nickname 'hammam'. L’inchiesta e il successivo dibattimento non hanno evidenziato progetti terroristici determinati ma l’allontanamento di uno degli adepti 'io mi avventuro' lascia aperta l’ipotesi che nella scuola si formassero anche combattenti per le zone di guerra: Iraq e Afganistan.

 

Tra gli elementi sottolineati dal pm anche la prassi di far assistere i bambini a truci scene di violenza - come l’esecuzione di 18 soldati iracheni - e di istigarli alla violenza contro i bambini non musulmani. La polizia infatti ha intercettato sia le comunicazioni cellulari che telematiche; le microspie nella moschea hanno registrato i ‘sermoni’: "Ci sarà un giorno del giudizio e tutti i musulmani andranno in paradiso, mentre gli italiani miscredenti andranno all’inferno - insegnava El Korchi - e bruceranno... Coloro che non capiscono la religione musulmana andranno all’inferno e saranno torturati... Colpire gli altri bambini finchè non esce loro il sangue...". Ai gregari insegnava la "Strategia di Al Qaeda per la jihad internazionale fino al 2020"; su Google heart studiava l’itinerario del viaggio della jihad e quanto all’11 settembre, per El Korchi, gli attentori furono uomini coraggiosi.