{{IMG_SX}}Perugia, 17 marzo 2009 - "In Marocco ogni moschea ha un imam. A Ponte Felcino invece il musulmano che conosceva il Corano conduceva la preghiera. Chiunque poteva farlo". Mohamed El Jari, uno dei tre marocchini arrestati per violazione dell’articolo 270 quinquies - quello introdotto dopo le stragi di Londra del luglio 2005 che punisce l’addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale - davanti alla Corte d’assise ‘ritratta’ le dichiarazioni rese in sede di rogatoria nove mesi fa, quando aveva detto:

 

"Mostapha El Korchi è l’imam della moschea. Non c’è un altro imam, no". Ieri ha aggiunto che durante quelle preghiere non ha "mai sentito parlare di politica", anche perché "l’Islam vieta il suicidio e io non avevo la volontà di farmi saltare in aria per fare del male a altri". Poi sui siti internet visitati insieme a Korchi e a Driss Safika (il terzo imputato), minimizza: "Su internet c’era di tutto, cose che riguardavano il lavoro e altre cose. Ho visto e basta".

 

Ma proprio da quell’intreccio di tabulati telefonici la Digos (dirigente Francesco Barba) nel 2007 aveva disegnato la rete di contatti internazionali scheletro dell’indagine 'Hammam', il nickname usato da Korchi per entrare nei siti protetti che predicano e dettano le regole della 'jihad', la guerra santa musulmana nel mondo. Il più delle prove d’accusa (pm Daniela Isaia) provengono dalle intercettazione telematiche che inneggiano alla lotta dei mujaheddin: la "strategia di Al Qaeda per la jihad internazionale fino al 2020", dove compaiono interviste a Al Zarqawi e Al Maqdisi.

 

È lì che si parla della 'jihad elettronica', per sferrare eventuali attacchi informatici su siti israeliani o comunque considerati nemici dell’ Islam. Oppure sul 'viaggio della jihad', con indicazioni per individuare gli itinerari da percorrere per raggiungere i territori dove sono in corso i conflitti al fine di limitare al massimo i rischi di essere intercettato. Restano pochi dubbi quando si legge un messaggio messo in rete:

 

"Io proclamo lo Sceicco dei mujaheddin l’uomo del suo tempo, la spina nella gola dei mortaddin (secondo il traduttore sono i musulmani non praticanti, ndr) e degli infedeli, lo Sceicco, il mujahid Abdullah Osama Bin Laden, che Dio lo protegga, lo sostenga e lo renda potente». Korchi, come i connazionali custodi della moschea, si è sempre dichiarato innocente.