{{IMG_SX}}Perugia, 3 febbraio 2009 - "Ci sono personaggi attorno alla figura di Amanda che nel collegio difensivo della studentessa, di cui faccio parte insieme al collega Carlo Dalla Vedova, non hanno mai avuto alcun incarico formale. Questi signori non solo non aiutano la nostra assistita nel difficile processo in Corte d’Assise nel quale dobbiamo difenderla, ma anzi, nuociono alla sua posizione processuale".

 

Luciano Ghirga, difensore dell’americana accusata dalla Procura di aver violentato e ucciso Meredith Kercher insieme all’ex fidanzato Raffaele Sollecito e Rudy Hermann Guede, prende ancora una volta le distanze dagli ‘Azzeccacarbugli’ a stelle e strisce che a più riprese hanno tentato di gettare fango sul lavoro della squadra mobile e hanno attaccato personalmente nell’ultima circostanza il pubblico ministero Giuliano Mignini, titolare delle indagini sull’omicidio. Ci sono elementi forti a sostegno della pubblica accusa, a differenza delle maccheroniche arringhe che a oltranza si susseguono nelle emittenti televisive statunitensi che pagano avvocati, show-man e investigatori privati poco inclini a leggere le carte.

 

Quelle carte che si sono studiati bene i giudici del Tribunale del Riesame e della Cassazione che hanno confermato per gli indagati la misura cautelare in carcere, e il gup Paolo Micheli che ha condannato a trent’anni di carcere Rudy (con rito abbreviato) e rinviato a giudizio gli ex fidanzatini. A conferma del buon lavoro degli inquirenti.

 

Dei video nei quali viene messa in dubbio la correttezza dei rilevamenti della Scientifica e attacchi trasversali ai protagonisti del caso, l’avvocato Luciano Ghirga non può non averne preso atto. Ma giocherà le sue carte al momento opportuno nel processo che riprenderà venerdì. «Sul piano personale ho manifestato le mie impressioni al dottor Mignini», dice Ghirga. L’opera di lobbying del partito di Amanda si inquadra nella tradizionale avversità degli americani di lasciare nelle mani della giustizia di un altro Paese i propri concittadini.