{{IMG_SX}}Perugia, 3 ottobre 2008 - E’ un dossier che cerca di sconfessare la tesi dell’accusa quello depositato dai legali di Raffaele Sollecito (nella foto), Giulia Bongiorno, Luca Maori e Marco Brusco agli atti dell’udienza preliminare per l’omicidio di Meredith Kercher. Si tratta di quattro consulenze tecniche che affrontano i vari aspetti delle vicenda: quello biologico, quello dattiloscopico, quello criminologico e un elaborato che sulla base dell’analisi delle utenze telefoniche di vittima e indagati avrebbe ricostruito tutti gli spostamenti dall’1 (giorno del delitto) al 2 novembre.

 

I legali chiedevano però al giudice di acquisire, in vista dell’udienza di sabato quando sarà sentità la biologa della polizia, Patrizia Stefanoni, i logfiles (la registrazione di tutte le operazioni, anche non visualizzate effettuate dai macchinari) sui quali si basa la successiva analisi del dna, ma il gip Paolo Micheli ha rigettato l’istanza sostenendo l’inutilità di quei dati a fronte di standard internazionali approvati in sede scientifica e, a suo avviso condivisi dalla polizia quanto dai consulenti di parte. Il gip ha ritenuto poi la richiesta 'tardiva' visto che gli indagati avevano partecipato a tutti gli accertamenti scientifici in progress e non avevano ritenuto di chiedere il deposito dei logfiles nell’iniziale istanza all’avvio dell’udienza preliminare. Quando volevano elettroferogrammi (la documentazione fondamentale che visualizza il risultato dell’analisi del dna) e gli Rfu (i parametri di riferimento).

 

Il primo elaborato difensivo affronta e critica il sopralluogo della scientifica sul luogo del delitto. I consulenti di parte contestano il repertamento del gancetto del reggiseno di Meredith (strappato durante o dopo l’omicidio) dove è stato trovato il dna di Raffaele - una delle prove principali contro il neoingegnere di Giovinazzo - sostenendo che dal video dell’Ert emerge che non fu prelevato con le pinze ma con i guanti e che quindi potrebbe essere stato oggetto di contaminazione. Vero è che la scena del crimine era imbrattata di sangue e relativo codice genetico ma eventualmente della vittima.

 

Gli esperti ritengono inoltre che il profilo di Raffaele sul gancetto, che la Scientifica dice estrapolato da cellule di sfaldamento, potrebbe essere finito lì per sbaglio visto che il giovane, ex fidanzato di Amanda frequentava quell’abitazione.

 

I consulenti ritengono inattendibili anche la comparazione tra l’impronta di piede sporco di sangue (sul tappetino del bagno) con quella di Sollecito e sostengono l’incompatibilità tra l’impronta di sangue di un coltello appoggiato sul coprimaterasso della stanza della vittima con la presunta arma del delitto. Il coltello da cucina trovato a casa di Sollecito con il dna di Amanda sul manico e quello di Mez sulla lama. Un’altra consulenza criminologica analizza infine il blog di Raffaele cercando di smentire qualsiasi possibile collegamento tra quegli scritti e la presunta personalità instabile dell’indagato.

 

Il giallo della studentessa inglese torna in scena domani con la deposizione dell’esperta della polizia scientifica che sarà sottoposta al fuoco incrociato delle domande dei difensori e dei loro consulenti. L’udienza per Raffaele, Amanda Knox e Rudy Guede (quest’ultimo viene processato con il rito abbreviato) si svolgerà nell’aula degli Affreschi del Palazzaccio. Non è escluso che le prossime udienze invece vengano spostate nei nuovi uffici del gip all’ex Enel.